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Lavoro sì… ma in vacanza. È tempo di Workation!




È la nuova tendenza mondiale che ha preso piede anche in Italia. Una via di mezzo tra lavoro e vacanza. Insomma, si continua a produrre ma nelle località che più piacciono e per tutti quelli che già lavorano in remoto, la modalità workation è senza dubbio la soluzione ideale.


di Stefania Antonetti


Coniugare il lavoro con la libertà geografica? E perché no! Inutile trascurare quel fenomeno che accompagnato da avanzamenti tecnologici e da una crescente voglia di flessibilità lavorativa, ha trovato terreno fertile anche in Italia. Massima attenzione, dunque, ai “nomadi digitali” ossia tutti quei professionisti che approfittano della possibilità di lavorare da remoto preferendo luoghi scelti su preferenze personali piuttosto che una sede fisica specifica. Dati alla mano il nostro paese si pone come destinazione sempre più attraente, grazie a una serie di stimoli governativi e a un miglioramento delle infrastrutture digitali. Una tendenza destinata a crescere nel 2025 che ridisegna così il panorama del lavoro a livello globale.



LA NUOVA FRONTIERA


È oramai un dato di fatto che la pandemia ha accelerato e sdoganato quel processo che era già in atto da diverso tempo: vale a dire il lavoro da remoto. Ma c’è di più. L’avvento del lavoro flessibile unito al miglioramento delle tecnologie digitali ha iniziato a spostare sempre più l’attenzione dai settori tradizionali a quelli più innovativi, rivoluzionando ad esempio il modo in cui intendiamo il lavoro e il viaggio. Non è un caso che le aziende hanno iniziato a concepire il potenziale di queste nuove pratiche, incoraggiando ad esempio i dipendenti a lavorare da remoto in ambienti che favoriscano la creatività e il benessere. Obiettivo? Assottigliare il confine tra vita personale e lavorativa.



LAVORO, MA IN VACANZA


Figlia delle moderne modalità lavorative, la workation altro non è che la possibilità di scegliere ambienti di lavoro stimolanti e personalizzati. Un particolare ibrido che unisce il lavoro (work) alla vacanza (vacation) e che si traduce in quella attività lavorativa svolta in modo continuativo, senza necessità di ricorrere a ferie o a permessi e senza riduzioni di stipendio in un luogo di vacanza dove è possibile ritagliarsi dei momenti di intrattenimento e svago. È sufficiente, dunque, che ci sia una buona connessione a internet e qualsiasi posto diventa un potenziale ufficio.



I BENEFICI?


Immensi. Lavorare in montagna, al mare o in altre mete abilitate alle vacanze è sinonimo spesso di ambienti stimolanti e premianti soprattutto in termini di riduzione dello stress. Operare in un modo rilassante, lontano dalla routine quotidiana, può avere un impatto positivo sullo stato mentale dei lavoratori, non a caso un semplice cambiamento di panorama è sufficiente per alleviare tensioni e ansie. Migliora, inoltre, la produttività: luoghi ispiranti stimolano la creatività e aiutano a concentrarsi su progetti complessi con maggiore entusiasmo e sono espressione di crescita personale e culturale. Trascorrere del tempo in una nuova località espone a culture, lingue e tradizioni diverse e ciò contribuisce ad arricchire la visione del mondo e a offrire nuove prospettive anche in ambito lavorativo.



MA DOVE SI PUÒ ANDARE?


La risposta arriva dall’International Workplace Group, uno dei più grandi operatori al mondo di spazi di lavoro flessibili e ibridi. Analizzando la sua rete - oltre 4.000 sedi di uffici flessibili in più di 120 Paesi – emerge che tra le città leader valutate in base a criteri chiave come il clima, cultura, alloggio, trasporti, cibo e bevande, felicità, velocità della banda larga, sostenibilità e disponibilità di spazi di lavoro flessibili, tra le migliori dieci destinazioni al mondo troviamo Budapest, Barcellona, Rio de Janeiro, Pechino, Lisbona, New York, Singapore, Giacarta e Los Angeles. Chiude la classifica Milano.

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