Italiani: tutti pazzi per gli acquisti di seconda mano
- Stefania Antonetti
- 26 set
- Tempo di lettura: 3 min

Si ridefiniscono le abitudini di acquisto puntando sul risparmio. E in Italia esplode il mercato dell’usato comparto sempre più digitale. Obiettivo: rinnovare il guardaroba, e non solo, mirando alla sostenibilità per l’ambiente e alla salvaguardia delle nostre finanze personali.
di Stefania Antonetti
Shopping con la calcolatrice in mano. Nulla di più fashion. Insomma, anche in Italia l’usato sta diventando un’alternativa sempre più valida ed economica. Si capisce, complici anche i tanti sondaggi, che il nostro atteggiamento verso la moda di seconda mano sta cambiando, al punto tale che si parla di un vero e proprio boom del low cost, second hand e online.
Non è solo una questione economica
Il mercato dell’usato oggi è sinonimo di moda, di stile di vita attento all’economia circolare e all’ambiente che include uno spiccato altruismo tra le nuove generazioni tanto che anche le grandi catene di fast fashion si stanno organizzando con sezioni dedicate all’usato e alla sua riparazione. A Londra anche gli occhiali da vista meritano spazi con prodotti usati in vendita sia nei negozi che online. Sempre in Inghilterra la Gen Z si sta innamorando di accessori extra e di lusso, come gli orologi usati. Chiaramente si tratta di giovani facoltosi e non di un’intera generazione che invece ripiega sui prezzi stracciati dell’usato.
Il vintage secondo i giovani
Inutile negare ma l’usato era passato di moda, relegato in mercatini rionali frequentati da nostalgici del vintage o con poche possibilità economiche. Adesso rinasce e registra a livello europeo un incremento del 19% nel 2024 rispetto al 2023. Tra piattaforme online (come Vinted.it, Subito.it), app, influencer, social come Instagram e TikTok e negozi, lo shopping dell’usato è diventato espressione di un nuovo modo di vivere, legato ad uno spiccato senso di libertà, indipendenza dai brand, generosità e amore per l’ambiente e per l’economia circolare.
E in Italia?
Nel 2024 la second hand si conferma come scelta di acquisto maggioritaria, consapevole e smart: è il terzo comportamento sostenibile più praticato dagli italiani, 27,2 milioni di persone solo nel 2024. Il valore economico generato ha toccato livelli da record raggiungendo 27 miliardi di euro pari all’1,2% del PIL italiano. Una crescita continua che si traduce nella scelta di 7 italiani su 10 (69%) che utilizzano l’online soprattutto perché è più veloce e con una scelta più ampia (49%), nonché disponibile e gestibile ovunque (47%).
Ma non solo
Secondo una recente indagine dell’Istituto Piepoli per Udicon (Unione per la Difesa dei consumatori), per il 66% degli intervistati il prezzo basso rappresenta il fattore determinante nella scelta dell’acquisto di capi di abbigliamento economico. Emerge che il 37% degli italiani che acquistano capi a basso costo preferisce utilizzare piattaforme digitali, mentre il 32% continua a preferire i negozi fisici e il 15% frequenta i mercatini dell’usato. “L’indagine conferma un dato ormai strutturale dove il risparmio è diventato un motore potente delle scelte d’acquisto - ha evidenziato Martina Donini - presidente di Udicon”.
I siti più visitati
L’indagine ha rivelato inoltre che quattro italiani su dieci hanno acquistato almeno una volta abbigliamento a prezzi contenuti. Tra le piattaforme online più utilizzate: Amazon domina con il 58%, seguita da Shein (28%), Temu (23%), H&M (21%) e Zara (20%). Considerevole è la frequenza di acquisto: il 47% degli intervistati effettua acquisti mensilmente, mentre il 28% addirittura settimanalmente. Nonostante il predominio dell’e-commerce, a tutela dei consumatori l’Udicon avverte: “L’egemonia dell’online non può però farci dimenticare che anche l’abbigliamento economico deve sottostare a regole precise: trasparenza nelle informazioni, sicurezza dei prodotti, correttezza nei tempi di consegna e nelle modalità di reso. Il prezzo basso non può e non deve mai giustificare la mancanza di garanzie. I consumatori hanno il diritto di sapere cosa comprano, da chi lo comprano e con quali condizioni di tutela”.
Commenti