top of page

Cibi free from: necessità, benessere e moda


ree

Senza lattosio, glutine, sale, zucchero, olio di palma, grassi, coloranti… cresce il livello di consapevolezza su ciò che si compra e si mangia. E per scelta o per salute la tendenza a consumare prodotti “senza” o, meglio, “privo di” conquista tutti gli italiani: salutisti e green.


di Stefania Antonetti


Consumatori più attenti nella scelta; scaffali di supermercati e ipermercati, farmacie e parafarmacie fornitissimi, carrelli della spesa e dispense casalinghe sempre più piene. È arrivato il momento di incoronare ufficialmente i “free from”, prodotti alimentari privi di almeno un nutriente, ingrediente o additivo. Un inarrestabile successo che consacra i sostenitori dei cibi “senza” o “privi di” come garantisti di una crescente sensibilità al benessere. E non solo. Scegliere prodotti senza glutine, lattosio, sale, zucchero, alcool è espressione di salvaguardia dell’ambiente, sostenibilità ed etica.


Dalla valenza nutrizionale all’impatto ambientale

“Senza”, “Privo di”, “Free”, queste sono le diciture che stanno scardinando le certezze del mercato alimentare moderno. Sono i cibi scelti perché privi di ingredienti spesso causa di intolleranze e allergie alimentari. Almeno in principio. Oggi, infatti, oltre i casi in cui è necessario consumarli per accertate ragioni di salute, l’aumento è riconducibile anche alla voglia di uno stile di vita più salutare. Complessivamente si parla di un trend in forte sviluppo, per un giro di affari di oltre 320 milioni di euro e a livello mondiale, si stima che il valore possa raggiugere addirittura quota 161 miliardi entro il 2026.


In Italia?

È boom. Crescono interesse e vendite. Una tendenza consolidata. Quest’anno, dice l’ultima edizione del Rapporto Coop, il 91% degli italiani comprerà più alimenti senza conservanti e additivi, l’84% senza o con ridotto contenuto di zuccheri, il 79% con ridotto contenuto o del tutto senza grassi, il 63% senza lattosio, il 48% senza glutine. Rapporti e sondaggi attraverso i quali emerge che la diffusione del cibo free from fa leva proprio sulla crescente attenzione che gli italiani mostrano quando si parla di benessere a tavola. Nel Rapporto Italia 2024 di Eurispes è risultato che gli alimenti più consumati sono stati: quelli senza lattosio (30,9%) ma il 20% non risultava intollerante a tale nutriente; quelli senza zucchero (25%), senza glutine (21%), senza lievito (18,3%) e senza uova (13,8%). E il paradosso sta proprio nel fatto che ad acquistarli sono sempre più consumatori che non soffrono di allergie, intolleranza o altri specifici problemi di salute. Si scelgono spesso in base a preferenze personali e a semplici suggestioni.


Free from. I più gettonati

La crescente varietà permette oggi a tutti di accedere a un’alimentazione su misura che consente di bilanciare i vari alimenti, scegliendo i prodotti più adatti alle proprie condizioni fisiche o alle proprie scelte personali. I principali:

  • Senza zuccheri aggiunti: nascono per coloro che desiderano seguire una dieta ipocalorica o che devono, per motivi di salute, ridurre l’apporto calorico o controllare i livelli di glucosio nel sangue, come ad esempio i diabetici.

  • Senza aspartame: sono quelli preferiti da coloro che evitano dolcificanti sintetici.

  • Senza sale: tali alimenti promuovono una dieta a basso contenuto di sodio e aiutano a gestirne l’apporto quotidiano. Ridurre il consumo di sale è fondamentale per chi soffre di ipertensione o vuole prevenire problemi cardiovascolari.

  • Senza glutine: da evitare il glutine se si soffre di celiachia. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dice che non sono adatti invece per chi celiaco non è. Questo vorrebbe dire privarsi di fonti di carboidrati complessi, di vitamine e minerali contenuti nelle fibre dei cereali.

  • Senza lattosio: sono indicati a chi è intollerante al lattosio o a chi, in generale, non riesce a digerirlo. Per tutti gli altri il consumo di latte è consigliato: le sostanze nutritive contenute possono ridurre il rischio di ipertensione, ictus e malattie cardiache e fa bene alle ossa perché ricco di calcio.

  • Senza olio di palma: è spesso evitato per motivi ambientali (deforestazione) oppure per motivi di salute, in quanto si tratta di una sostanza che contiene grassi saturi.

  • Senza grassi idrogenati: i grassi idrogenati sono noti per i loro effetti negativi sulla salute cardiovascolare. Gli alimenti senza questi grassi contengono alternative più salutari come olio d’oliva o di cocco.

  • Senza coloranti e conservanti: sono prodotti meno elaborati che rispondono all’esigenza di seguire un’alimentazione più naturale. Garantiscono freschezza senza l’aggiunta di sostanze per prolungarne artificialmente la durata.

  • Senza alcool: un’alternativa per gli astemi, donne in gravidanza e minorenni, per chi vuole perdere peso e per chi vuole guidare in sicurezza.


Davvero, meglio “senza”?

“A livello generale non sono di per sé dannosi, ma è importante consumarli con consapevolezza. Se evitati senza motivo, potrebbero portare a carenze nutrizionali. Diciamo quindi sì, se il “senza” riguarda coloranti e ogni altro agente che altera inutilmente la naturalità del prodotto, nì in diversi altri contesti - specificano gli esperti. Sono comunque alimenti che possono aiutare a ridurre i sintomi di allergie e intolleranze, che contribuiscono a migliore la salute cardiovascolare o a eliminare grassi e sodio non salutari. Il consumo dovrebbe essere consigliato dal medico, tuttavia, anche chi non soffre di particolari patologie e desidera migliorare il proprio stile di vita, può scegliere i cibi “free from”. Anche in questo caso sarebbe meglio consultare uno specialista o il proprio medico”.

Commenti


© 2023 Moretti Editore per immagini e testi

MORETTI EDITORE - Edizioni Personalizzate srl a socio unico
p.iva 01928520996 - Tutti i diritti riservati

bottom of page