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Amori a distanza


Ieri era una condizione obbligata, oggi è spesso un “effetto collaterale” della tecnologia: così i sentimenti si rispecchiano in un’emoticon

Stefania Puglisi

• Psicologo-psicoterapeuta e Mediatore Familiare, Genova

Ancora all’inizio del secolo scorso, il termine amore era poco usato e i sentimenti erano vissuti con riservatezza. Le relazioni erano misurate e tenute il più possibile segrete: i sentimenti si fortificavano per necessità e l’impegno e la responsabilità erano valori irrinunciabili. Spesso le relazioni erano vissute a distanza a causa della partenza per il fronte o per cercare un migliore lavoro. I motivi potevano essere diversi, ma era frequente che le donne vivessero periodi di attesa molto lunghi e una mancanza fisica quasi costante dell’amato. Questo non impediva di vivere relazioni importanti, di costruire una famiglia, di essere un’ispirazione, come Beatrice per Dante. Certamente le donne erano sottomesse a una rigida gerarchia familiare e sociale e cresciute nel sogno del matrimonio e della cura dei figli. Poche aspiravano all’indipendenza, che sarebbe presto diventata un orizzonte più concreto col mutare dei tempi. Dalle donne nelle fabbriche alle sarte, dattilografe, segretarie fino a studi e lavori sempre più complessi e al centro della società in un cammino, oggi ancora in corso, verso la parità dei generi.

Ieri i km, oggi cosa significa distanza?

L’amore a distanza è ancora frequente e spesso nasce e si consuma via internet e con i social network. Dalla lontananza di ieri, il più delle volte dettata dalla necessità, a quella di oggi, che spesso cela timidezze e difficoltà a gestire i rapporti in prima persona. L’amore è e resta un sentimento così forte da non avere bisogno della presenza fisica dell’altro: anzi, molto spesso, l’assenza alimenta il desiderio e la volontà di creare spazio nella mente per farlo crescere nella quotidianità. Il pensiero dell’amato detona energia e, quando ricambiato, dona un nuovo senso al vissuto. I sentimenti possono sopravvivere anni e il tempo passare in un istante di fronte alla persona amata. Un tempo la passione era veicolata da sguardi, mani sfiorate, passeggiate - sempre accompagnate da fratelli o parenti a vigilare sulla coppia - lettere, fiori. Il corteggiamento era la premessa indispensabile al fidanzamento ufficiale, nel quale si manifestavano l’intenzione e l’impegno a sposarsi. Gentilezza, dedizione e responsabilità erano valori essenziali per costruire un legame solido e una famiglia. E le difficoltà? Erano messe in conto, come il sostegno reciproco. Il panorama sentimentale di oggi è profondamente cambiato. I sentimenti spesso sono banalizzati ed espressi con difficoltà. Allo sguardo, alla lettera, si preferisce una frase presa in prestito, un’immagine, un‘emoticon. Una scelta ad effetto, ma impersonale: un modo per tenersi in contatto ma senza svelarsi, senza prendersi e richiedere responsabilità e quindi privo di rischi. Anche le conversazioni sono centellinate. Quante volte vediamo una coppia a tavola senza il cellulare in mano? L’amore è a distanza non solo quando vissuto solo on line, sui social o via messaggio, ma anche quando non riesce a bucare lo schermo che stringiamo tra le mani. Oggi, nonostante le nuove generazioni siano più libere di esprimere i sentimenti e costruire il futuro seguendo passioni e interessi, è più complicato raggiungere il cuore delle persone perché va oltrepassato lo schermo, la nuova maschera che indossiamo nel mondo. Per amare bisogna levarla ed essere se stessi… siamo pronti?

 

Foto © Depositphotos.com

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