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Sole under 18


Scegliere le ore più fresche della giornata, mettere una crema con un SPF elevato, far indossare occhiali e cappello: proteggere i più piccoli dall’esposizione ai raggi UV è essenziale quanto trasmettere una buona cultura del sole. Perché una volta “cresciuti” adolescenti e ragazzi siano sempre attenti e consapevoli

Il sole fa bene: aumenta la sensazione di benessere stimolando la produzione di endorfine e sostiene la sintesi della vitamina D, importante alleata della salute delle ossa. Ma l’esposizione prolungata o incontrollata, tipicamente estiva, mette a rischio la salute, soprattutto quando la pelle è quella, delicatissima, di bambini e ragazzi. «L’esposizione prolungata al sole e le frequenti scottature prima dei 15 anni di età aumentano notevolmente il rischio di sviluppare un tumore della pelle in età adulta» spiega Susanna Esposito, Professore Ordinario di Pediatria presso l’Università degli Studi di Perugia e Presidente WAidid. Da qui l’importanza di proteggere sempre i più piccoli, al mare, in montagna, in campagna o in città perché le scottature possono essere dietro l’angolo.

La pelle dei bambini

«La nostra cute è protetta dai raggi ultravioletti attraverso la melanina - commenta Susanna Esposito - una sostanza che si accumula nelle cellule più superficiali della pelle e che conferisce ad ogni individuo la propria colorazione. Questa è presente in quantità minima in età pediatrica per poi aumentare progressivamente durante la crescita. Per questo, da maggio ad agosto, quando i raggi UV raggiungono la massima intensità, i bambini diventano i soggetti più a rischio ed è necessario difendere la loro pelle anche all’ombra. Gli effetti dei raggi UV, infatti, possono danneggiare anche se non si è direttamente esposti al sole».

La prevenzione per i più piccoli

Sotto l’anno di età bisognerebbe evitare l’esposizione diretta al sole. Anche in seguito è bene prestare molta attenzione agli orari scegliendo la mattina e la sera ed evitando quindi il periodo di massima concentrazione dei raggi, dalle 11 alle 16. Attenzione, però, ci si può scottare anche quando il cielo è nuvolo e non solo al mare. Meglio preferire l’ombra e ricordare di far indossare sempre cappello, occhiali da sole con un buon filtro solare (marchio CE) per proteggere la retina da eventuali problemi e possibilmente anche una maglietta in fibre naturali. Non ultima la crema solare: meglio un fattore di protezione molto alto (+50) che va applicato con abbondanza almeno 30 minuti prima dell’esposizione al sole. Particolare attenzione ai bambini con pelle molto chiara o chiara, capelli biondi o rossi con pelle estremamente sensibile. A loro è meglio evitare l’esposizione o proteggerli con crema se si sta all’aperto oltre 20 minuti.

Cosa fare in caso di scottature

Chiamare il pediatra è d’obbligo. Nel frattempo, con mani pulite, si possono preparare impacchi di acqua fredda, che riducono la temperatura e alleviano il dolore. Fondamentale essere delicatissimi per non rompere le fragili vescicole col rischio di contrarre infezioni. Se sulla pelle sono presenti bolle che si aprono anche senza essere toccate, il pediatra valuterà l’impiego di una crema antibiotica e di coprire con garze sterili la zona. Non ultima l’alimentazione. Sì ad acqua, frutta e verdura di stagione, frullati e centrifughe per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi attraverso il sudore evitando il rischio di disidratazione.

E quando crescono?

Finché sono piccoli, tutto sommato, proteggerli dal sole è facile ma è anche il periodo nel quale deve essere insegnata una buona cultura del sole. Secondo un recente studio, gli adolescenti non conoscono ancora bene le buone norme per esporsi in sicurezza al sole. Il 39% non mette mai la crema protettiva e per più della metà usarla è da “sfigati”. Il 18% non sa cos’è il fototipo, mentre il 63% ritiene che le lampade solari aiutino ad abbronzarsi meglio e il 48% non sa cosa sia il melanoma. È partita da questi numeri, #soleconamore la campagna nazionale di sensibilizzazione sull’abbronzatura consapevole e sulla prevenzione del melanoma indirizzata ai giovanissimi, realizzata dall’Associazione italiana di oncologia medica. Il melanoma è il tumore della pelle più aggressivo e in costante crescita soprattutto fra i giovani: il 20% dei nuovi casi è riscontrato fra i 15 e i 39 anni. Negli ultimi 15 anni le diagnosi sono raddoppiate. Tra i fattori di rischio, oltre alla familiarità, il fototipo, il numero dei nevi e, appunto, l’esposizione solare incontrollata e le scottature da piccoli.

 

L’eritema solare

La “scottatura” è un’infiammazione della cute causata da un’esposizione eccessiva ai raggi UV. Se si limita a un arrossamento con eventuale prurito, si tratta di una scottatura lieve. Se ci sono anche dolore, gonfiore, vescicole con liquido, l’entità è già moderata. Se, invece, sulla pelle ci sono chiazze nerastre e si avverte mancanza di sensibilità, si tratta di un’ustione e può essere associata ad altri sintomi come febbre, nausea e vomito. Con i più piccoli, in caso di scottature, è sempre meglio chiamare il pediatra per chiedere come intervenire correttamente.

Le lampade solari

Non “preparano” la pelle al sole, come tanti ragazzi pensano. L’intensità degli UV è 12-15 volte superiore all’esposizione solare naturale. Per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro sono cancerogene come il fumo di sigaretta: dal 2011 il Ministero della Salute ne ha vietato l’uso ai minorenni e alle donne in gravidanza.

 

Foto © Depositphotos.com

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