
Incertezza economica e impossibilità a risparmiare? E allora, altro che tagliare le spese! Senza pensare troppo al domani si punta invece ai beni di lusso, viaggi e moda firmata. È il “doom spending” la tendenza dei giovani a sperperare per gratificazioni immediate.
di Stefania Antonetti
Scegliere di vivere l’adesso rinunciando a una stabilità per il domani. Follia? No per alcuni, si chiama sopravvivenza. Perché difronte ai problemi economici, ai disagi sociali, alle lotte politiche, tanti giovani hanno deciso di reagire. Come? Semplicemente spendendo. Un fatalismo sempre più diffuso tra i Millennials, ossia i nati tra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta e quelli della Generazione Z, i nati tra il 1995 e 2010, detti anche Centennials, perché a cavallo del nuovo secolo. Una tendenza che si traduce in una spesa compulsiva, una sorta di bulimia da shopping dove l’ansia per il futuro si mescola alla possibilità di acquisto a portata di click.
È TEMPO DI “DOOM SPENDING”
Così di fronte ai problemi e alle preoccupazioni economiche ci si lascia andare a spese compulsive di beni di lusso non essenziali per essere gratificati nell’immediato. Una tendenza esasperata proprio da un senso di rassegnazione o fatalismo nei confronti delle future prospettive finanziarie, alimentato dalla convinzione che obiettivi tradizionali come la proprietà di una casa e il risparmio per la pensione siano oramai irraggiungibili. Di fronte quindi a preoccupazioni di tal genere, è curioso osservare come, invece di risparmiare, sempre più persone si lascino andare a spese impulsive ed emotive, senza pensare al domani.
UNA FUGA DALLO STRESS
I giovani piuttosto che accantonare, spendono. A confermarlo è un recente studio di Credit Karma, che ha rivelato che il 43% dei millennials e il 35% della Gen Z adotta questa pratica per sentirsi meglio. Ma dietro tale spinta all’acquisto c’è una realtà più oscura. Ylva Baeckström, docente di finanza al King’s Business School, in un’intervista alla Cnbs ha definito questo comportamento “malsano e fatalista”. “La continua esposizione a notizie negative sui social - dice - fa percepire ai giovani che il loro futuro sia già segnato e questo senso di impotenza li spinge a spendere per sentirsi meglio, minando a lungo termine la loro sicurezza economica”.
NESSUNA SORPRESA
Non stupisce infatti che siano proprio le nuove generazioni al centro del fenomeno che preoccupa non poco gli analisti finanziari, poiché contribuisce ad aggravare il problema del debito. E tra le cause c’è sicuramente l’aumento incontrollato degli affitti: negli Stati Uniti, per esempio, solo nell’ultimo decennio, i canoni sono cresciuti del 40,7% più dell’inflazione e a risentirne sono stati propri loro i giovani, coloro ossia che stipulano contratti di locazione.
E IN ITALIA?
Il nostro paese non è certo da meno: nell’ultimo anno gli affitti hanno subito un aumento del canone dell’8,5% su base nazionale, con punte che superano il 10% in alcune regioni del Centro e Sud Italia. Nonostante l’evidente difficoltà nel risparmiare, non è del tutto corretto concludere che i giovani stiano facendo scelte finanziarie sbagliate. Il calo dei tassi di risparmio potrebbe non essere solo una conseguenza, ma anche una delle ragioni alla base del doom spending, che crea un circolo vizioso che spinge sempre di più verso le spese impulsive.
MA È DAVVERO COSÌ PERICOLOSO?
La verità, come spesso accade, è nel mezzo. Spendere per esperienze che regalano felicità immediata ha il suo perché, anche se non contribuisce a far crescere i risparmi. Ma è altrettanto vero che oggi molti preferiscono godersi la vita, piuttosto che risparmiare per un futuro incerto. Ma il rischio c’è: questa abitudine può trasformarsi in un problema vista l’inflazione che morde, i tassi di interesse sempre più alti e il mercato del lavoro sempre più complicato.
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