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Ottobre: il Mese Rosa



19 OTTOBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO IL CANCRO AL SENO


a cura della redazione


Ottobre è oramai per definizione il Pink Month, il mese ossia dedicato alla prevenzione del tumore al seno. In particolare, il 19 ottobre su iniziativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale contro il cancro al seno. Meglio noto come mese rosa o della consapevolezza, questa data rappresenta il suo culmine naturale poiché ha l’obiettivo di sensibilizzare ogni anno l’opinione pubblica e in primo luogo le donne, sull’importanza degli esami di screening per prevenire i tumori alla mammella. Che tradotto vuol dire: sviluppare maggiore consapevolezza della patologia e delle sue conseguenze fisiche e psicologiche ma anche promuovere l’accesso a diagnosi, controlli e cure tempestive ed efficaci.


MESE ROSA: TRA DIAGNOSI E PREVENZIONE

Ottobre: “la salute delle donne diventa priorità”. Obiettivo: porre l’accento sull’importanza della diagnosi precoce e dei percorsi di cura tempestiva. Perché secondo la scienza, adottare comportamenti e abitudini di vita salutari riduce il rischio della comparsa di un cancro su tre. Ma cosa vuol dire? Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute: “La prevenzione del tumore della mammella passa anche per stili di vita corretti. In particolare, si sono dimostrate efficaci alcune strategie come, non fumare, seguire una corretta alimentazione e praticare un’attività fisica regolare. Inoltre, va evitato il consumo rischioso e dannoso di alcol”. Il sito del Ministero della Salute conferma inoltre l’importanza della diagnosi precoce. Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario è gratuito e si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. In caso di esito dubbio o sospetto, la donna è invitata ad eseguire un secondo esame mammografico, un’ecografia mammaria, un agoaspirato per esame citologico, una biopsia per esame istologico, o anche una risonanza magnetica o galattografia. A conclusione degli esami di approfondimento il medico consegna alla donna una risposta con i dettagli del percorso di assistenza che può prevedere: un invito a effettuare la mammografia di screening alla scadenza prevista dal programma in caso di esito negativo/normalità; una sorveglianza con controllo ravvicinato o in caso di esito positivo (diagnosi di tumore) la donna viene indirizzata a effettuare un trattamento e le vengono date le informazioni necessarie a proseguire il percorso di assistenza.


TUMORE AL SENO: I NUMERI

Incidenza, mortalità, adesione agli screening organizzati e tanto altro. Il tumore al seno resta un sorvegliato speciale in Italia. Costantemente sotto la lente di ingrandimento i dati rilevano che in dieci anni i casi di tumori alla mammella sono aumentati del 16%, erano 48mila nel 2013 e sono diventati 55.900 nel 2023. Ma c’è dell’altro. I dati resi noti da AIOM, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, che ogni anno pubblica il report sulle principali neoplasie esistenti “I Numeri del Cancro in Italia”, ha evidenziato che a oggi in Italia sono 834.200 le donne viventi dopo una diagnosi di tumore al seno. Diagnosi che nel 2023 sono state oltre 55mila; un numero, secondo le previsioni, destinato ad aumentare annualmente dello 0,2% nel prossimo ventennio. A questa patologia spetta ancora il primato di tumore più diffuso nel sesso femminile, rappresentando circa un terzo delle malattie neoplastiche che colpiscono le donne. Confermati anche i dati sulla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi (88%) e sulla probabilità di vivere ulteriori 4 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi (91%). Fondamentale è stato e sarà il ruolo della prevenzione, essenziale in termini di riduzione della mortalità per il tumore al seno. I dati evidenziano che nell’arco temporale tra il 2007 e il 2019 sono infatti stati evitati oltre 10.000 decessi correlati a questa malattia, una riduzione corrispondente al 6% in meno. Un calo dei decessi che si spiega attraverso due fattori: la partecipazione agli screening preventivi e i progressi ottenuti dalla ricerca, che hanno condotto a terapie più efficaci e più mirate.


IL RUOLO SCOMODO DELL’ALCOOL

Come ogni anno il report considera anche il ruolo di alcuni fattori di rischio nell’insorgenza della malattia. Tra questi c’è l’alcool. Secondo i dati di AIOM, tra il 2015 e il 2019 il consumo moderato di questa sostanza ha causato circa 5300 nuove diagnosi e 1300 decessi, mentre l’abuso di alcol ha portato a 6.600 casi e 1700 decessi.


 

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