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Nutrire il sistema immunitario


La risposta alla nostra domanda di salute e longevità, come insegnano i centenari, è in due parole: varia e frugale. Così deve essere l’alimentazione, per assicurare all’organismo le forze necessarie per svolgere al meglio tutte le sue funzioni e difendersi e rispondere agli attacchi dei vari agenti patogeni, virus compresi


Intervista a Massimo Vincenzi

  • Specialista in Gastroenterologia, Scienze dell’Alimentazione, Medicina dello Sport

  • Responsabile del Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva S. Pier Damiano Hospital Faenza

  • Vicesegretario nazionale ADI - Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica > adiitalia.org

di Luisa Castellini



Qual è la correlazione tra alimentazione e sistema immunitario?

L’alimentazione in eccesso conduce a condizioni sempre più diffuse come diabete, obesità, ipertensione, malattie dell’apparato cardiocircolatorio e provoca nel tempo uno stato di infiammazione cronica che altera l’equilibrio del sistema immunitario. Anche un’alimentazione scarsa e quindi uno stato di malnutrizione per difetto induce un’alterazione del sistema immunitario. Questo significa che l’organismo risponde con meno efficacia agli eventuali pericoli ed è più esposto anche alle infezioni.


Quali sono gli errori più comuni?

Spesso chi mangia molto ha un’alimentazione monotona e ripetitiva: tende a scegliere gli stessi cibi per cui risulta carente dei micronutrienti essenziali anche a fronte di una situazione di sovrappeso o obesità. Chi tende ad accumulare chili di troppo, di solito ha un’alimentazione povera di frutta e verdura, soprattutto fresche, indispensabile per sostenere il sistema immunitario. L’alimentazione veloce, tipo fast food, tipica dei paesi occidentali è troppo ricca di grassi, zuccheri e cibi raffinati e processati. È l’esatto contrario di quel modello di dieta mediterranea riconosciuto universalmente ottimale.


Quali sono gli altri fattori di rischio?

Quelli più noti, che spesso è difficile correggere. La sedentarietà, il fumo, il consumo eccessivo di alcolici, i disturbi o la carenza di sonno. Da non sottovalutare anche l’eccesso di esercizio fisico che può avere l’effetto, inatteso, di ridurre l’efficienza del sistema immunitario.


Quali sono i deficit più frequenti?

Un’alimentazione sbilanciata si traduce in una malnutrizione con carenze di alcuni microelementi fondamentali. Non è un caso che le più comuni riguardino le vitamine: A, C, D, E, B2, B6, B12. E poi ancora l’acido folico, il beta carotene e microelementi importantissimi come il ferro, il selenio, lo zinco. Sono anche molto frequenti i deficit di glutammina, arginina, amminoacidi che hanno un ruolo importante per mantenere la competenza del sistema immunitario.


Qual è il rapporto tra microbiota e difese immunitarie?

Un’alimentazione scorretta conduce alla disbiosi, a uno stato di disequilibrio di quella che fino a non molto tempo fa si definiva flora intestinale: la proliferazione di certi tipi di batteri ha riflessi negativi non solo digestivi e metabolici, ma anche immunitari. La composizione del microbiota - dove si trovano migliaia di famiglie di batteri, virus, muffe e lieviti - ha un ruolo di primo piano anche nei meccanismi dei processi infiammatori e quindi nelle difese immunitarie. Quando il microbiota è in uno stato di eubiosi, quindi in una condizione di equilibrio fra i vari componenti, si ottiene una ottimale funzionalità con la produzione ad esempio di parte dell’energia del corpo e la sintesi di vitamine del gruppo B e della vitamina K . Diverse ricerche hanno evidenziato la relazione tra composizione del microbiota e numerose condizioni patologiche.


Cosa si è osservato nei pazienti con Covid-19?

Il Covid-19 è stato più grave e ha avuto esiti maggiormente infausti nei pazienti obesi e con il diabete, che hanno un microbiota alterato. Questa situazione di disbiosi favorisce una condizione di infiammazione cronica dell’organismo e un’alterata risposta del sistema immunitario. Il Covid-19 peggiora ulteriormente la dibiosi in questi soggetti, inducendo un decorso più grave della malattia.


Come possiamo affrontare al meglio la stagione autunnale?

Prendendo esempio dalle persone più longeve. Da anni i riflettori sono puntati sulla Sardegna, la Grecia e Okinawa, in Giappone. I ricercatori si sono domandati quali fattori contribuiscano alla longevità e quindi alla salute del sistema immunitario, capace di resistere e rispondere bene alle infezioni batteriche e virali ma anche agli eventi tumorali. In tutte e tre le zone il tipo di alimentazione è differente, ma presenta dei punti in comune. In Italia, in Grecia e in Giappone vi è la prevalenza di alimenti di origine vegetale. Il consumo di frutta, verdura e legumi è importante ed estremamente vario. E poi è ridotta al minimo, quando non assente, la presenza di alimenti processati. Il tutto caratterizzato da una dimensione di frugalità, con un ridotto apporto calorico quotidiano. Sono questi elementi a giocare un ruolo essenziale nella longevità e quindi nella risposta ai processi infiammatori cronici.


Quando è il caso di ricorrere alle supplementazioni?

Un’alimentazione varia e bilanciata dovrebbe essere in grado di fornire tutti i micronutrienti necessari a mantenere l’organismo in salute contribuendo a mantenere efficiente il sistema immunitario. Le supplementazioni vanno valutate in casi specifici insieme al medico.

 

FOCUS

Acido folico e folati in gravidanza


Sono vitamine del gruppo B importanti per produrre nuove cellule: essenziali per la sintesi del DNA, delle proteine e per la formazione dell’emoglobina. Negli ultimi decenni ne è stato riconosciuto il ruolo nella prevenzione di alcune malformazioni a carico del tubo neurale: per questo si consiglia l’assunzione di acido folico in gravidanza. I folati sono presenti in verdure a foglia verde, fagioli, piselli, kiwi, fragole, arance e nella frutta secca e in alcuni cibi di origine animale.

 

FAKE NEWS

Vitamine & superfood


Durante il lockdown si è diffusa la notizia dell’utilità della vitamina C nella prevenzione del Covid-19 ma a oggi non ci sono ancora evidenze scientifiche. Per quanto riguarda la vitamina D, il suo ruolo positivo sul sistema immunitario era noto già da tempo. E i superfood? «Il concetto stesso di supercibo non è supportato da alcuna ricerca scientifica» mette in guardia Massimo Vincenzi, vicesegretario nazionale ADI: «non esiste un alimento capace da solo di risolvere il problema dell’alimentazione».

 

Foto © Depositphotos.com

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