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Neurologia


I percorsi di cura e la riabilitazione: perché sono indispensabili


La riorganizzazione della sanità italiana sotto il peso dell’emergenza Covid-19 è sotto gli occhi di tutti. L’esperienza maturata nella prima ondata ha condotto la Società Italiana di Neurologia (SIN), insieme ad A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) e all’Organizzazione Italiana per lo Stroke (ISO) a esprimere preoccupazione per i malati neurologici. Nei mesi più acuti della pandemia «sono diminuiti drasticamente non solo i controlli clinici di pazienti con varie patologie neurologiche, ma anche gli accessi in emergenza ai Pronto Soccorso per malattie diverse dalla infezione da Covid-19» ha spiegato Gioacchino Tedeschi, Presidente SIN. Questo è accaduto per via della riorganizzazione degli ospedali e per i timori dei pazienti. Un esempio? «La notevole diminuzione del numero dei pazienti con ictus cerebrale arrivati nei Pronto Soccorso: circa il 40%-50% di accessi in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno» ha dichiarato Nicoletta Reale, Presidente A.L.I.Ce. Italia Odv. «Le Unità Neurovascolari o Centri Ictus - ha aggiunto Danilo Toni, Presidente ISO - sono riuscite e riescono ancora a rispondere al meglio alla situazione di emergenza». Il problema sorge dopo, se non ci sono posti letto disponibili nei reparti di Neurologia. Le malattie neurologiche acute richiedono, una volta superata la fase di emergenza, un’assistenza multiprofessionale che va dalla riabilitazione all’accompagnamento al rientro a domicilio. L’eventuale mancanza di questa fase potrebbe causare un aumento di disabilità e mortalità. Da qui la richiesta di mantenere attivi i posti letto delle Neurologie.

 

Grande preoccupazione tra le società scientifiche che si occupano di ictus e malattie neurologiche per la riconversione dei posti letto per l’emergenza Covid-19. Anche in tempi di pandemia, ricordano gli esperti, è importante garantire i servizi, compresa la riabilitazione, ai pazienti con malattie non trasmissibili acute che necessitano di trattamenti tempo-dipendenti. È il caso, ad esempio, di ictus, traumi cranici, crisi epilettiche, polineuriti acute, sclerosi multipla. Tra i timori dei pazienti e la riduzione o la sospensione delle attività di riabilitazione, ambulatoriali e di day hospital, la qualità delle cure delle malattie neurologiche potrebbe essere a rischio.


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Foto © Depositphotos.com

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