L’8 Marzo è la giornata internazionale della donna, una festa che si celebra in quasi tutto il mondo. Anche le Nazioni Unite l’hanno riconosciuta ufficialmente, ma solo in Italia è tradizione regalare la mimosa
di Stefania Antonetti
Un mazzo vivace ed allegro di fiori gialli per celebrare la donna e le sue battaglie per la parità di genere. L’8 marzo segna in calendario la Festa della Donna ed è oramai tradizione regalare la mimosa. Almeno in Italia. Una giornata nazionale ed internazionale per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno affrontato per ottenere diritti che, per l’uomo sono da sempre scontati.
UN MOMENTO DEDICATO AL RICORDO
Memoria che si tramanda dai primi anni del Novecento. Per molti, infatti l’origine dell’8 marzo risale a una tragedia accaduta nel lontano 1908, quando alcune operaie dell’industria tessile Cotton di New York, rimasero uccise in un incendio. Incendio però confuso con un altro incendio nella stessa città, avvenuto nel 1911 dove persero la vita 146 persone, fra cui molte donne.
IL LEGAME CON LA STORIA
I fatti che hanno però realmente portato all’istituzione della festa della donna sono in realtà legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali spicca sicuramente il diritto al voto. Ma soltanto nel 1977 l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha istituzionalizzato la festa della donna, rendendola un appuntamento mondiale.
IN ITALIA LA MIMOSA DIVENTA IL SIMBOLO DELLE DONNE
Le italiane hanno di fatto eletto la mimosa come la loro pianta. E’ importante ricordare che è tradizione oramai consolidata regalare un mazzetto di fiori gialli e profumati, il cui vero nome scientifico è Acacia Dealbata e che nel linguaggio dei fiori significa proprio forza e femminilità. Tradizione però tipicamente italiana, perché altrove la festa della donna non è legata alla mimosa. Bisogna sicuramente, anche in questo caso, fare un passo indietro nella storia. Nel nostro paese, la ricorrenza dell’8 marzo era ritenuta da molti una “cosa di sinistra” perché legata alla Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste dove nel 1921 venne proclamata ufficialmente l’8 marzo la “Giornata internazionale dell’operaia”.
NEL BELPAESE OCCORRE TORNARE INDIETRO ALL’8 MARZO DEL 1946
Data questa che celebra la prima “Festa della Donna” introdotta dall’Unione Donne Italiane (Udi), associazione di donne provenienti dal Pci, Psi e Partito d’Azione, dove spuntò per la prima volta la mimosa. L’idea di rendere simbolico questo fiore arrivò da tre membri dell’Udi perché alla fine della seconda guerra mondiale, la mimosa era uno dei pochi fiori che fiorivano in quel periodo e alla portata delle tasche di tutti. Furono così Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, Teresa Noce e Teresa Mattei che, al termine di una riunione, decisero che sarebbe stato proprio questo fiore il simbolo da regalare a tutte le donne nella loro giornata.
PARE CHE IL FIORE SCELTO FOSSE UN ALTRO
In realtà, sembrerebbe che il fiore proposto fosse stato la violetta. Secondo la cronaca dell’epoca, alcuni politici, tra cui il vice segretario del Pci Luigi Longo, l’avrebbero preferita perché era il simbolo della sinistra europea. Ma proprio le donne dell’Udi non furono d’accordo e misero il loro veto: la violetta era difficile da trovare e soprattutto era molto costosa. Da qui l’idea della mimosa. Anni dopo, l’ex partigiana Teresa Mattei ricordò in un’intervista: “la mimosa era il fiore che i partigiani erano soliti regalare alle staffette: poteva essere raccolto a mazzi gratuitamente”.
UN SIGNIFICATO CHE SI TRAMANDA
Teresa Mattei, morta nel 2013, a 92 anni, durante un incontro confessò: “Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano”.
TORTA MIMOSA storia e tradizione
La tradizione italiana non poteva non dedicare alla Festa della Donna un dolce tutto suo: “la torta mimosa”. Un’idea semplice ma geniale: pezzetti di pan di Spagna disposti tutto intorno alla torta a ricordare forma colore della stessa mimosa. La storia racconta che il dolce sia nato negli anni ’50 grazie all’inventiva di un cuoco di Rieti, Adelmo Renzi. Appassionato di pasticceria, nel 1962 decise di partecipare a un concorso a Sanremo, dedicando la sua torta mimosa alla città dei fiori. Decretato vincitore, il dolce divenne in breve tempo famoso in tutta Italia: le pasticcerie iniziarono a replicarlo e proporlo come delizioso augurio riservato alle clienti nel giorno della ricorrenza.
Le virtù curative della MIMOSA
Ha il colore del sole, un delicato profumo e annuncia la primavera: è la mimosa. Non soltanto un fiore ornamentale ma un concentrato di benefici e virtù. Sì, perché l’Acacia Dealbata, originaria della Tasmania, è una pianta dalle virtù antiche, molto usata in medicina, soprattutto indicata per le diete, dato che i suoi componenti riducono il senso di fame e le sue tisane sono efficaci contro i sintomi delle malattie veneree, ma anche contro nausea e diarrea. L’essenza floreale di mimosa è indicata per le persone timide, introverse che tendono all’isolamento ed è consigliata molto nei periodi di depressione.
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