top of page

L’ arte fa bene


Magica creatività


Intervista a Eleonora Secchi e Marta de Rino

• Arteterapeute

• Atelier Cenisio Milano

di Beatrice Spagoni


Tutti abbiamo bisogno di cura. Una cura speciale, “La cura” che canta Battiato, l’abbraccio di anima e corpo, finalmente. È quella cura che come un filo rosso unisce i sogni, le emozioni, i sentimenti, i ricordi e tutto il nostro mondo interiore, sciogliendoli e rielaborandoli attraverso il contatto magico con l’arte. Un’esperienza, un tempo, da dedicare a noi stessi per la crescita del nostro benessere, senza bisogno di conoscenze o cultura particolari ma solo attraverso la liberazione e l’ascolto di noi stessi.

 

Arte come risorsa per…

trovare tempo per sé

esplorare materiali e tecniche

rielaborare vissuti

attivare risorse creative

percorrere strade inattese

immaginare possibilità

acquisire un nuovo linguaggio


- Eleonora Secchi e Marta de Rino

 

Empatia estetica

Per immergerci e conoscere meglio questa esperienza, abbiamo chiacchierato con Eleonora Secchi e Marta de Rino, fondatrici e responsabili dell’Atelier Cenisio di arteterapia a Milano. Arteterapeute esperte, da anni prendono per mano e “curano” le persone, con o senza patologie, che si rivolgono a loro conducendole alla sintesi magica dell’incontro tra se stessi e l’arte.

“Non è necessario essere artisti, o creare, per entrare in contatto con il benessere che stimola l’arte. La scienza ha dimostrato che anche la sola osservazione di un’opera d’arte o del gesto di chi la compie provoca la stessa empatia che proviamo vedendo ridere qualcuno”, ci racconta Eleonora.

Gli studi del neuroscienziato Vittorio Gallese (docente di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica all’Università degli Studi di Parma) hanno infatti sostenuto l’esistenza dei neuroni specchio, cellule motorie del cervello che si attivano sia durante l’esecuzione di un compito (per esempio creativo), sia osservando i gesti altrui. È una reazione spontanea alla base dell’empatia, del linguaggio e dell’esperienza estetica. Una sintesi magica, ma dimostrata scientificamente, tra la persona (nella sua interezza, psichica e fisica) e l’arte, intesa come osservazione e partecipazione al gesto artistico, estetico o osservazione dell’opera d’arte stessa.


L’arte non può lasciarci indifferenti

È per questo che l’arte, letteralmente, non può lasciarci indifferenti. La sua fruizione attiva in noi stessi flussi neuronali, “scariche elettriche”, che ci stimolano fisicamente. Quindi alla base di questa sintesi magica tra l’arte e noi stessi, c’è la possibilità di un effetto di rispecchiamento che l’arteterapeuta favorisce durante la terapia artistica, dando anche solo piccole indicazioni o suggerimenti per la creazione di collegamenti profondi con la propria storia personale.

È questa la “magia dell’arte”, un’elaborazione naturale, una palestra per creare immagini in cui poi trovare dei significati. Ed essendo ricca di possibilità “l’arte aiuta a trovare ampio margine di completezza di espressione di sé”, racconta Marta. Un “meccanismo” che ci permette il contatto e il dialogo con le parti più profonde di noi stessi, curandoci dal profondo.

 

Tutti gli esseri umani, lasciati liberi di esprimersi con pennelli e colori, attingono a segni e a forme che rappresentano una sorta di alfabeto espressivo che prescinde dal luogo o dal contesto culturale in cui si manifesta, ma che induce il bambino - o l’adulto che riscopre la propria dimensione di bambino - a contattare le dimensioni piu’ profonde della propria anima, provando un senso di intimo benessere e una migliore disposizione al rapporto con gli altri e con il mondo esterno


- Arno Stern

 

Un linguaggio di segni

Prima ancora di parlare, infatti, o di comunicare con la scrittura, l’uomo si è espresso e si esprime con segni, o meglio con “ghirigori”, “scarabocchi”, proprio perché collegati direttamente con la nostra interiorità. È un linguaggio che diventa condivisione di espressione, un percorso che l’arteterapia ripercorre con la magia dell’arte e attraverso il quale ognuno può ritrovare la propria strada. La generosa offerta di stili e tecniche, i colori e i segni con cui sviluppare il proprio dialogo interiore, permettono poi di esprimere la sensibilità personale di ciascuno, “per questo l’arte fa bene a tutti, nonostante limitazione fisiche o mentali di qualsiasi tipo, perché è un linguaggio multiforme” dice Marta.

 

L’arte, con tutta la sua ricchezza di tecniche e codici (linea, forma, colore, spazio, luce ed ombra) è proposta e utilizzata come strumento per la creazione di manufatti che veicolano significati, pensieri ed emozioni


- A. De Gregorio

 

Eleonora continua: “Ci hanno fatto credere per troppo tempo che l’arte fosse una “sciccheria”, un mondo per pochi eletti. La scienza invece dice il contrario, che è alla portata di tutti e può diventare un mezzo meraviglioso per prenderci per mano, accompagnarci verso noi stessi e guarirci, se necessario”. E con affetto racconta: “I miei malati di Alzheimer difronte ad opere d’arte importanti, ma di cui non avevano cognizione, esclamavano con entusiasmo la loro meraviglia o il fastidio nell’osservarla, perché la bellezza dell’arte o il disagio nei suoi confronti arriva in modo diretto, senza bisogno di particolari conoscenze in merito. L’importante è lasciarsi trasportare, senza troppe spiegazioni che altererebbero il confronto diretto con noi stessi”.

 

La percezione della bellezza in ambito scientifico cattura un solo aspetto, ma in realtà è un’esperienza composita, complessa, basata su più livelli che possono lavorare in modo gerarchico o in partnership. Secondo ciò che si cerca si trovano attivazioni specifiche. L’interazione tra intento dell’artista dietro un’opera d’arte e predisposizione a catturarla da parte di chi lo osserva può forse definire l’estetica di quell’opera d’arte


- Cinzia di Dio - neuroscienziata, Università Cattolica

 

Eleonora ci saluta con un desiderio che le sta particolarmente a cuore e che condividiamo: “Quando vai nei musei, non esagerare. Meglio poche opere ma vissute bene, lasciandosi trasportare dal loro al tuo mondo più profondo” e Marta continua: “È importante veicolare il proprio sentimento. Il concetto di bello e brutto è relativo”.

 

Foto © Depositphotos.com

bottom of page