top of page

IVREA: CAPITALE ITALIANA DEL LIBRO 2022



Raccolta ed elegante, terra di sapori e panorami, ricca di elementi storici architettonici e di aree naturali. È l’antica Eporedia del Canavese, una perla piemontese meglio nota come Ivrea la città industriale Patrimonio dell’Unesco.


di Stefania Antonetti




Nel viaggio che saluta il mese della fioritura, non può mancare una tappa a Varigotti, gioiello della Liguria. Un borgo saraceno unico in terra ligure ricco di storia e architettura, oggi rinomata meta turistica per le sue spiagge e il suo mare limpido. Un borgo delizioso dalle sfumature tropicali che vanta una storia legata ai pirati saraceni.



UN BORGO CHE INCANTA

Uno spicchio del Piemonte che unisce Torino alla Val d’Aosta e al Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove convivono tecnologia e Medioevo ma anche folklore e arte. Amata e conosciuta soprattutto per il suo originale Carnevale, Ivrea custode dell’eredità della cultura e della tecnologia, chiama a raccolta il suo territorio e raggiunge un nuovo traguardo.


CAPITALE ITALIANA DEL LIBRO 2022

L’annuncio arriva dal Ministro della Cultura Dario Franceschini in diretta streaming: “Per la capacità di mettere in rete le molteplici energie del territorio, di aprirsi alla dimensione internazionale, di proporsi come luogo dove si immagina il futuro del libro e della lettura”. La città della Olivetti, con una “Lettera 22” oggetto-simbolo della candidatura, aggiunge un altro titolo prestigioso alla sua storia millenaria: prima capitale d’Italia con Re Arduino fino a capitale della tecnologia e dell’innovazione grazie alla straordinaria esperienza di Camillo e Adriano Olivetti. Ma anche “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” che tradotto vuol dire Patrimonio dell’Umanità per l’Unesco. Un modello di sviluppo industriale compatibile con il benessere sociale premiato ed eletto nel 2018.

IVREA E L’OLIVETTI

Una meta perfetta dove poter condividere lo straordinario patrimonio culturale, partendo inequivocabilmente dal Laboratorio-Museo Tecnologic@mente. Un’officina di idee legata all’Olivetti. Un luogo “vivo”. Uno spazio dove sono esposti esemplari famosi delle mitiche macchine da scrivere come la “Lettera 22” e la “Valentine” assieme a modelli di calcolatori e personal computer con cui è stata “letteralmente” scritta una parte della storia dell’industria italiana.


LA SPERIMENTAZIONE ARCHITETTONICA

Coraggiosa e fortemente sostenuta l’architettura dell’epoca olivettiana fa bella mostra nel MaAM – Museo a Cielo Aperto dell’Architettura Moderna. Uno spazio espositivo che si snoda su un percorso di due chilometri presso Via Jervis, dove sorgeva il quartier generale dell’azienda. I pannelli informativi lungo il tracciato aiutano a districarsi nel panorama caratterizzato da vetro, acciaio e cemento armato. Altrettanto interessante è l’ex Hotel La Serra. Dalla particolare forma di una grande macchina per scrivere, progettato a fine anni 60’, questo futuristico edificio che ospitava l’Hotel La Serra è sicuramente una delle costruzioni più rappresentative dell’utopia urbanistica olivettiana.


IVREA E I GIARDINI GIUSIANA

Il polmone verde è l’ombroso giardino pubblico che si sviluppa a sud-est del centro e che merita sicuramente una visita per la sua robusta Torre di Santo Stefano che svetta oltre le cime degli alberi. Costruita nel 1041 faceva parte di un monastero poi demolito nel Cinquecento.


TRA LE VIE DEL CENTRO STORICO

Teatro della battaglia delle arance nei giorni del famoso Carnevale di Ivrea, le vie centrali conducono al Duomo di Santa Maria Assunta, edificato nel IV secolo d.C. sui resti di un antico tempio romano dedicato ad Apollo. Proseguendo si scopre Piazza Castello, che fu sede del Monastero di Santa Chiara (1310), circondata dai Campanili del Duomo, il Vescovado, il Palazzo Clerico, il Chiostro Capitolare, la biblioteca e la sede del Museo Civico, il Teatro Giacosa del 1834, in stile neoclassico restaurato nel 1958 e il Palazzo Civico, sede del Comune di Ivrea dal 1758. Proprio sulla torre centrale del Palazzo Civico spicca la curiosa raffigurazione della pianta di canapa, a conferma dell’ipotesi che dalle coltivazioni di questa pianta derivi il nome del “Canavese”.


COSÌ NASCE LA BATTAGLIA DELLE ARANCE

Simbolo del Carnevale di Ivrea è sicuramente la battaglia delle arance. Una tradizione secolare in ricordo delle lotte che i cittadini hanno portato avanti nei secoli per non soccombere ai soprusi dei tiranni. La tradizione di lanciare le arance dai balconi sui carri e viceversa sembra sia nata nel Medioevo, quando i feudatari regalavano una volta l’anno una cesta di fagioli al popolo. Tale ridicola elemosina, nel tempo, portò le varie famiglie a gettare con disprezzo i fagioli fuori dalla finestra. Un gesto di ribellione consumato prima con i fagioli, poi con i coriandoli e i confetti e in tempi recenti con le arance, utilizzate soprattutto dalle ragazze che dai balconi volevano farsi notare dai ragazzi sui carri.


“TORTA 900”: IL DOLCE CHE RESISTE NEI SECOLI

Torta 900 simbolo indiscusso di Ivrea dalle origini assai lontane. Si racconta infatti che per dare il benvenuto al nuovo secolo, il maestro pasticcere di Ivrea, Ottavio Bertinotti, creò a fine XIX secolo una deliziosa torta realizzata con due sottili strati di pan di spagna al cacao, farcita con crema al cioccolato e ricoperta di zucchero a velo. Consapevole della squisitezza del prodotto decise di tutelare la sua creazione con un marchio brevettato. Sembra che Bertinotti fosse così geloso da allontanare chiunque durante la preparazione della farcitura. Un segreto altrettanto custodito oggi dalla famiglia di Umberto Balla che nel 1972 ha rilevato laboratorio e brevetto.


 

Foto © Depositphotos.com

bottom of page