di Stefania Antonetti
SAN CANDIDO: IL FASCINO DELL’ALTA PUSTERIA
Le case raccolte intorno alla piazza principale, i tetti e le strade imbiancate, i suoni ovattati dalla neve. Ricco di storia e di attrazioni naturali, rinomato e amato da tutti gli appassionati della natura e dello sport è uno dei magnifici borghi delle Dolomiti in provincia di Bolzano. È San Candido, Innichen in lingua locale. Ubicato nel Parco Naturale delle Tre Cime, nell’Alta Pusteria – un parco ricco di biodiversità con un’estensione di oltre 100mila ettari che dal 2009 fa parte del Patrimonio Unesco, le Dolomiti -, tra percorsi sciistici, escursioni mozzafiato e arrampicate, San Candido rappresenta una destinazione molto ambita nella stagione invernale con i suoi 93 chilometri di piste da sci, le piste da slittino e una rete di piste da sci di fondo ottimamente battute. Sport e natura a cui aggiunge il vanto di una storia millenaria – è difatti l’erede di Luttamum, una stazione romana che segnava l’incrocio con la Pusteria e della Val di Sesto – fanno di San Candido una località da scoprire in tutti i suoi angoli. A partire dal piccolo e suggestivo centro storico caratterizzato da palazzi eleganti tipicamente alpini e da un suggestivo panorama dolomitico. Meritano attenzione anche piazza San Michele che prende il nome dalla chiesa che qui si affaccia: la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo il cui interno è un vero e proprio trionfo di affreschi. C’è poi la Chiesa Collegiata dei Santi Candido e Corbiniano ossia il Duomo della città; il Museo della Collegiata e quello dedicato alla natura e alle montagne: il Dolomythos; la Chiesa del Santo Sepolcro, una sintesi di due cappelle unite tra loro e il sacrario militare. Sono inoltre visitabili, poco distante dal paese, i Bagni Wildbad, cinque fonti termali, quattro delle quali sono potabili.
VIAREGGIO: TRA CARNEVALE E PALAZZI LIBERTY
“Carnevale, Viareggio”. Un binomio indissolubile, soprattutto se si decide di visitare a febbraio questa cittadina toscana in provincia di Lucca. Un mese in cui l’intera comunità si riunisce sotto un unico comune denominatore: il divertimento. La calma e l’eleganza delle case in stile liberty del lungomare lasciano il posto a musica, carri allegorici e voglia di far festa perché tutto è scherzo e riflessione allo stesso tempo. Una magia che quest’anno andrà in scena dal 3 al 24 febbraio e che si rinnova ormai da 151 anni. Si tratta infatti di una delle sfilate di carri allegorici più importanti d’Europa e seconda al mondo solo alla festa di Rio de Janeiro. Non a caso l’ex Primo Ministro Giulio Andreotti dichiarò che: “non si è nessuno fino a che non si viene rappresentati su uno dei carri del Carnevale di Viareggio”. Ma Viareggio: “è sì il Carnevale ma anche tanto altro”. Non a caso è stata ribattezzata: “La perla della Versilia”. Un vero e proprio gioiello incastonato da splendidi edifici in stile liberty e viali alberati che rendono l’ambiente elegante e accogliente. Il mare e la tranquillità completano il quadro. Un’offerta ampia a partire da Torre Matilde, l’edificio più antico di Viareggio e simbolo della città; prosegue per Via Regia, la via da cui la città prende il nome (Via Regis che significa “via del re”); corso Giuseppe Garibaldi fino alla Chiesa di Sant’Andrea. Meritano anche Piazza Shelley e Villa Paolina; Piazza Garibaldi; il Monumento Ai Caduti; il Cinema Teatro Politeama; il Molo e la Passeggiata Margherita, cuore pulsante della città. Vietato dimenticare il Caffè Margherita, Palazzo Delle Muse e la Chiesa di San Paolino, così come le spiagge, la Pineta di Ponente, Villa Argentina, la Cittadella e il Museo del Carnevale.
ALBEROBELLO: “LA CAPITALE DEI TRULLI”
Una città unica al mondo dove le abitazioni in pietra a forma di cono esprimono tutto il genio e la creatività dei loro abitanti. È Alberobello, meglio nota come la città dei trulli. Un’unicità architettonica e un’importanza storica tali da essere riconosciute dall’Unesco: la città è difatti Patrimonio dell’Umanità dal 1996. Il Touring Club Italiano ha inoltre conferito al paese la “Bandiera Arancione” mentre l’ANCI l’ha riconosciuto come uno dei “Borghi più Belli d’Italia”. In questo caratteristico paese bianco dai tetti grigi della Valle d’Itria si trova infatti un’incredibile concentrazione di trulli, si stimano circa 1500 coni disseminati sulla collina un tempo chiamata Silva Arboris Belli, la selva, già popolata nel XV secolo, da cui deriva il nome di Alberobello. Costruzioni tipiche che hanno una storia millenaria legate da antiche leggende e simboli ma anche un borgo caratterizzato da bellezze naturali - la città è circondata da meravigliosi ulivi secolari – nonché storiche-culturali. Inevitabile perdersi quindi fra i trulli, camminando con il naso all’insù godendo ogni singolo angolo. Base di partenza il Rione Monti che con i suoi mille coni è il quartiere di trulli più esteso e famoso, a breve distanza c’è il rione Aia Piccola, più piccolo e residenziale con i suoi 400 coni. Posta al confine tra i due rioni c’è la Terrazza Santa Lucia, il belvedere che mostra dall’alto l’immagine di un villaggio che sembra essere uscito da una fiaba. Meritevole di attenzione sono anche Casa Pezzola un complesso di 15 coni comunicanti e adibito a museo del territorio; la Casa D’Amore, il primo municipio cittadino legato al riconoscimento ufficiale della città; la Casa Museo del Trullo Sovrano, unico trullo a due piani e i Trulli Siamesi e il Museo dell’Olio.
Immagine ©depositphotos.com
Comments