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In giro per il mondo: Giordania, bellezza di pietra


Il Mar Morto, i fondali indaco di Aqaba, Petra la città perduta: un’avventura tra deserto e cultura


di Claudia Amato


Racconti biblici, personaggi leggendari e città scomparse. La Giordania con i suoi deserti e le sue rovine color ocra è un vero e proprio scrigno culturale e paesaggistico: dai preziosi mosaici di Madaba alle calde acque del Mar Morto, dai fondali indaco di Aqaba alle dune infuocate del magico Wadi Rum. Punto di partenza la sua capitale, Amman, situata tra il deserto e la fertile valle del fiume Giordano. Qui convivono edifici moderni, caratteristiche case bianche e antiche costruzioni di epoca romana, tra cui il Tempio di Ercole, l’Odeon e il Teatro del II secolo d.C. A est e a sud della città si trovano una serie di affascinanti “castelli” che un tempo fungevano da stazioni per le carovane, centri agricoli e commerciali e punti di ristoro per i viaggiatori.


Imperdibile Qusayr ‘Amra - dal 1985 patrimonio dall’Unesco - con muri e soffitti interni interamente ricoperti di affreschi e pavimenti decorati con splendidi mosaici bizantineggianti. Gli altri castelli da visitare sono quelli che si trovano sulla Strada dei Re, lungo la quale spiccano Karak e Shobak, che vantano una lunga storia risalente al periodo delle Crociate. A circa tre ore di distanza si trova Petra, la “città perduta”, una delle sette Meraviglie del Mondo. Gli arabi Nabatei la costruirono 2000 anni fa nella nuda roccia, facendone uno snodo per le rotte commerciali della seta e delle spezie. Vi si accede attraverso il Siq, una stretta e ripida gola - lunga circa due chilometri - che porta al celeberrimo El Khasneh (il Tesoro), l’imponente monumento dalla facciata rosa pallido. Scendendo verso sud, con altre due ore di strada, si arriva al Wadi Rum (Valle della Luna), una spettacolare distesa con circa 30.000 incisioni rupestri che decorano le pareti in tenera arenaria.


Se avete ancora tempo, non dimenticate di visitare la depressione più bassa del pianeta, il Mar Morto, un concentrato incredibile di sali e minerali in cui galleggiare come privi di peso cospargendosi interamente di fanghi. Il viaggio non può concludersi senza aver assaggiato alcune delle tante specialità locali: dai Falafel, polpette di legumi speziate e fritte, accompagnate da Hummus (crema di ceci), Moutabal (crema di melanzane e yogurt) e Ful medames (una crema di fave con molti aromi), al Mansaf, un tradizionale piatto arabo composto da carne d’agnello insaporito in una salsa a base di formaggio e servito con riso o bulgur.


Dal Maqluba, riso cotto dentro una tajine insieme alla carne e alle verdure grigliate, condite con mandorle e yogurt, allo Zarb, una terrina di carne e verdure preparata sotto la sabbia e ammorbidita con salsine di accompagnamento e verdure piccanti: si mangia nel deserto, cucinato per pranzo e cena dai beduini!. Per chiudere in dolcezza si può scegliere tra l’Aish el Saraya, un tiramisù di frutta secca, crème fraîche e sciroppo, il Kunafa, un dolce a base di formaggio tra due strati di impasto di farina o pasta fillo, poi irrorato di sciroppo di zucchero e infornato, e la famosa Basbousa, una torta di semolino e mandorle addolcita e resa umida da un profumato sciroppo alle rose.

 

El Khasneh (il Tesoro) di Petra. Fotografia © Depositphotos.com

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