Non più giocattoli incartati in pacchi e fiocchi colorati. Sulla lista dei desideri delle bambine compare ora la cosmesi. Ma quando l’ossessione per la skincare e per una pelle perfetta diventa psicologicamente e fisicamente estenuante, scatta l’allarme cosmeticoressia. I rischi, per psiche e pelle.
di Stefania Antonetti
L’inquietante forza di persuasione dell’universo social colpisce ancora. Un nuovo trend spopola infatti sui canali TikTok (e non solo) e tra le giovani e le giovanissime scoppia la skincare-mania. Ad esserne coinvolte sono bimbe e ragazzine della generazione Alpha, nate ossia tra il 2010 e il 2024. Che tradotto vuol dire bambine e ragazze che hanno tra gli 8 e i 12/13 anni.
QUALCOSA È CAMBIATO
È tempo della “skin care”, un tempo volgarmente chiamata “cura della pelle”, oggi diventata una vera e propria ossessione sui social media. Ad amplificare il fenomeno la complicità delle beauty influencer chiamate a sponsorizzare creme, sieri e innumerevoli prodotti. Quella che, un tempo, insomma, costituiva un’ingenua e gioiosa emulazione delle azioni “di bellezza” della madre, per molte bambine e preadolescenti si è trasformata, oggi, in un assillo. Dal web vengono coniate espressioni nuove diventate oramai di uso quotidiano come: beauty routine, night routine, skin care, morning routine e che si traducono in passaggi obbligati a scandire le giornate per avere una pelle sana.
BAMBINE IN PROFUMERIA
Un nuovo fenomeno social che preoccupa non poco viste le sue ricadute psicologiche. Il termine - che deriva dalla crasi delle parole “cosmesi” e “anoressia” - indica infatti tutte quelle situazioni in cui bambine (a volte anche bambini) e preadolescenti manifestano un’ossessione spasmodica nei confronti dei prodotti beauty non adatti a loro, dalle creme anti-età ai detergenti esfolianti. Fonte di innumerevoli disagi e disturbi psicologici, il fenomeno si sta diffondendo rapidamente, tanto da avere anche un proprio hashtag, #sephorakids, i cui video vedono le commesse della nota catena di negozi di cosmesi denunciare la situazione e lamentarsi della clientela tanto giovane quanto indisciplinata.
È LA COSMETICORESSIA O DERMORESSIA
Coniata dalla giornalista ed editorialista del Guardian Jessica DeFino, il termine che la stessa giornalista definisce come: “una serie di comportamenti ossessivi verso la skincare abilitati e incoraggiati dall’industria della cura della pelle”, che si traduce nell’ansia di avere una pelle perfetta e la conseguente fissazione per i prodotti di bellezza, che genera comportamenti di dipendenza nell’uso delle procedure cosmetiche già citati da uno studio pubblicato dalla National Library of Medicine. Un’ossessione quella della skincare e per una pelle perfetta che può diventare psicologicamente e fisicamente estenuante soprattutto per le più giovani.
VIETATO SOTTOVALUTARE
Una problematica che merita dunque particolare attenzione poiché ha portato i preadolescenti a confrontarsi ogni giorno con modelli irreali e ad acquistare creme illuminanti anti-age, detergenti, sieri anti-imperfezione, esfolianti, maschere e tonici. “È una tossicodipendenza da prodotti di bellezza – ha spiegato in un’intervista su Sanità Informazione, Giuseppe Argenziano - Ordinario e Direttore Clinica Dermatologica della Università della Campania Luigi Vanvitelli e presidente Sidemast, la Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmesse -. A preoccupare noi esperti, non è solo l’ossessione per l’uso smodato di prodotti di cosmesi ma soprattutto la richiesta di filler e di tossina botulinica tra i ragazzini che li porterà negli anni a chiedere sempre di più”.
COSMETICORESSIA: LE RICADUTE PSICOLOGICHE
“Pensieri ripetitivi, persistenti e angoscianti. Il rischio è quello di sfociare in dimorfismo e disturbi alimentari”. L’allarme arriva da psicologi e psicoterapeuti e sintetizza in breve il problema dell’ossessione da skincare e beauty che colpisce l’universo bambine. È bene precisare però che è assai frequente nell’età dell’infanzia giocare a truccarsi, spesso è sinonimo di creatività. Il rischio è quando lo si fa per perseguire un ideale di bellezza perfetta e irraggiungibile: in questo caso ogni difetto fisico porta a sentirsi sbagliate. Una ricerca ossessiva di un ideale di bellezza irraggiungibile mina l’autostima e promuove un’immagine distorta del proprio corpo. In realtà la cosmeticoressia non è considerata dalla comunità scientifica come un quadro psicopatologico a sé stante, ma è riconducibile a patologie come il disturbo di dimorfismo corporeo e a disordini alimentari. Problematiche queste che hanno alla base la distorsione dell’immagine corporea concentrata su presunti difetti estetici o su aspetti della pelle come cicatrici, rughe, impurità, brufoli e colore. Nasce così la voglia di nascondersi, camuffarsi, migliorare o eliminare il difetto o l’esigenza di controllare il tutto con specchi e fotografie confrontando la propria immagine con quella degli altri.
COSMETICORESSIA: I RISCHI PER LA PELLE
“Quando si parla di bimbe o ragazzine, i pericoli per la salute riguardano soprattutto la pelle che è ancora molto delicata: dermatiti o allergie da contatto sono alcune delle possibili conseguenze derivate dall’uso di prodotti pensati per un target adulto, con caratteristiche quindi distanti da prodotti specificatamente testati e rivolti ad una fascia d’età infantile”. Il monito arriva direttamente dai dermatologi, i quali suggeriscono che: “la pelle delle bambine e delle preadolescenti va semplicemente lavata, curata e idrata ed ha bisogno di pochi prodotti cosmetici: una corretta detersione, una mousse o un latte detergente a risciacquo; una crema idratante o di trattamento nel caso in cui la pelle sia a tendenza impura e soprattutto di una protezione solare che protegga dal sole”.
L’IMPORTANZA DI CHIEDERE AIUTO
“Ed è proprio quando tutto si esaspera, quando è minore il controllo della rabbia e della irascibilità, quando si spegne l’entusiasmo e il coinvolgimento per la vita relazionale, sociale, scolastica e progettuale, è allora che occorre non indugiare e intervenire con la psicoterapia” concludono gli esperti.
Commentaires