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Bikini Blues, quando la prova costume diventa sindrome



Un senso di disagio e preoccupazione per il mancato raggiungimento della forma fisica desiderata e la costante insicurezza riguardo il proprio corpo. E il confronto con gli altri non aiuta. È il bikini blues, la sindrome legata alla paura e al disagio di mostrarsi in costume in spiaggia.


di Stefania Antonetti


È ufficialmente arrivata l’estate che segna la stagione delle vacanze, ma anche degli abiti leggeri e dei costumi da bagno. Pur bella e rilassante con le sue serate animate da eventi all’aria aperta cela però diverse insidie. Una fra tutte: lo specchio.



IL NEMICO PIÙ GRANDE


Lo è stato per la Matrigna di Biancaneve ma lo diventa anche per chi con il proprio corpo fatica a instaurare un rapporto di accettazione e amore. Perché è soprattutto in estate che molte fragilità vengono a galla e che spesso travolgono con un’ondata di ansia l’autostima e l’amore per sé stessi. Accanto, dunque, ai suoi indiscussi benefici su mente e corpo, l’estate presenta anche dei lati oscuri che si manifestano in un senso di frustrazione e che può sfociare in una vera e propria sindrome. Un fenomeno, questo che interessa tantissimi italiani.



È LA STAGIONE DEL BLUES BIKINI


Inquietudine e insofferenza per la propria forma fisica sono purtroppo sintomi abbastanza comuni, nonché i segnali più noti della Blues Bikini, o sindrome da bikini. È l’ansia da costume da bagno, quella sensazione di disagio, angoscia e apprensione legata alla propria immagine corporea che si manifesta con l’arrivo dei primi caldi. Una preoccupazione improvvisa, dunque, che porta a sottoporsi a diete rigorose o allenamenti estenuanti in vista della temuta “prova costume”, senza però tenere conto dei potenziali rischi ed effetti negativi a breve e lungo termine.



“UN CALCIO ALL’AUTOSTIMA”


È quanto riassunto dalla psicologa australiana Marika Tiggermann, che per prima ha indagato il fenomeno coniando l’espressione di “sindrome da bikini”. “Ciò che avviene nella mente di queste persone è una sorta di “sdoppiamento” che le porta a prendere le distanze dal proprio corpo e vederlo come un oggetto diverso e lontano da sé, confrontandolo continuamente con i corpi altrui e con gli ideali e canoni di bellezza proposti dalla società e dai media: fisici tonici, scultorei, slanciati e abbronzati. Occorre invece focalizzarsi sulle attività piacevoli che possiamo fare con la bella stagione e non sull’aspetto del corpo, cercando di non prendersi troppo sul serio”, dichiara la psicologa.



STUDI E DATI


Reazioni e preoccupazioni della nostra immagine corporea che risultano essere il risultato di standard atipici di bellezza sempre più rappresentati. Un fenomeno che secondo uno studio condotto la scorsa estate da MioDottore.it colpisce in Italia il 45% delle persone, tasso che tocca il 60% se si prendendo in esame soltanto le donne. A preoccupare, in particolare sono stati il mancato raggiungimento della forma fisica desiderata, la costante insicurezza riguardo il proprio corpo (il 23%) e il confronto con i vicini (18%).



COSTUME DA BAGNO, PANCIA E GAMBE


Per oltre un terzo degli italiani (35%) lo shopping per i costumi è stato motivo di malumore e agitazione e solo il 18% ha affermato di farsi fotografare in spiaggia. Il 53% ha dichiarato di rifiutarsi, il 18% si copre o nasconde parti del corpo, mentre il 24% si fa riprendere solo in alcune circostanze, altri invece si nascondono dietro un pareo o una camicia leggera (39%) assumendo posizioni e posture strategiche. A causare il maggiore disagio sono soprattutto l’addome (62%) e le gambe con il 45%. Queste ultime sono un cruccio prevalentemente femminile, il 45% contro il 10% degli uomini.



COME SOPRAVVIVERE AL “BIKINI BLUES”?


Rafforzare la propria autostima e mettere k.o. la sindrome della “prova costume”.

I suggerimenti degli esperti.

  • Tenere a bada i pensieri negativi: smettere di auto-criticarsi. Non porta a nulla essere troppo rigidi nei confronti di sé stessi. Occorre sostituire quel “nemico” che è dentro di noi che ci auto-sabota con critiche irrazionali con un “amico” invece che ci vuole bene.

  • La perfezione non esiste. È importante acquisire la consapevolezza che siamo esseri umani. Ciò che deve interessarci è stare bene ed eccellere per quello che siamo non per quello che vorremmo essere.

  • Imparare ad accettarsi. Ciò non vuol dire rassegnarsi ma migliorare. Essere ironici e non prendersi troppo sul serio e ammettere i propri difetti è un punto di forza non di debolezza.

  • Volersi bene. Assicurarsi di bere a sufficienza (almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno), dormire il giusto e seguire un’alimentazione equilibrata, privilegiando la dieta mediterranea.

  • Attività fisica. Ciò migliora la funzionalità muscolo-articolare, metabolica, cardio-circolatoria e bronco-polmonare; modula il sistema immunitario; aumenta l’autostima; combatte l’ansia, i sintomi depressivi e grazie alle endorfine, riduce lo stress; tonifica i muscoli e aumenta il dispendio calorico.



QUANDO LA PREOCCUPAZIONE DIVENTA MALATTIA


“Una sorta di “apprensione” in vista della prova costume può essere considerata fisiologica – spiegano gli psicologi. Ma quando la corsa alla forma perfetta prende il sopravvento, può annidarsi la dismorfofobia”. Una fobia ossia caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione nei confronti del proprio aspetto esteriore. Chi ne soffre, è esclusivamente concentrato sul proprio corpo, fino a sviluppare una vera e propria ossessione che può portare a isolarsi, a seguire diete e regimi alimentari malsani, ad allenarsi in modo eccessivo o a ricorrere a cure estetiche esagerate e che può sfociare in anoressia o bulimia nervosa e condizioni borderline.


 

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