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Alzheimer: nuove speranze


Nuove aspettative di cura per l’Alzheimer in un farmaco che punta a contrastare il declino cognitivo e funzionale


di Stefania Antonetti


Ha creato grandi aspettative il primo via libera condizionato dell’ente che regola i farmaci negli USA, la FDA, ad un anticorpo monoclonale espressamente mirato per rallentare il decorso della patologia di Alzheimer. Ma siamo solo agli inizi di un percorso. La stessa FDA ha richiesto nuove prove cliniche. Il farmaco, “aducanumab”, ha come obiettivo la beta-amiloide, ovvero il composto che si deposita nel cervello creando una specie di “nebbia” che piano piano isola dal mondo e distrugge ricordi ed affetti. L’anticorpo moncolonale ha dimostrato di poterla rimuovere, ovviamente in parte. Ma occorre capire di più. Si tratta del primo trattamento che interessa il decorso e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza. “Siamo consapevoli dell’attenzione che circonda questa approvazione - ha affermato Patrizia Cavazzoni, che dirige il Center for Drug Evaluation and Research dell’Fda -. Sappiamo che la terapia ha generato l’attenzione della stampa, dei pazienti e di molti soggetti interessati”. Il via libera dell’Fda al farmaco contro l’Alzheimer aducanumab, arriva dopo vent’anni di fallimenti della ricerca in questo campo e di sicuro aumenta le speranze di milioni di pazienti in tutto il mondo, finora frustrate da centinaia di stop a terapie considerate promettenti.



 

MESE E GIORNATA MONDIALE DELL’ALZHEIMER


A settembre si celebra il X anno del Mese Mondiale Alzheimer, la campagna internazionale nata per creare maggior consapevolezza sulla malattia di Alzheimer – e altre forme di demenza – e per combattere lo stigma che la circonda.


Il Mese Mondiale Alzheimer è stato istituito nel 2012 e culmina il 21 settembre nella XXVIII Giornata Mondiale dell’Alzheimer.


L’obiettivo è la crescita di un movimento internazionale che vuole creare una coscienza pubblica sugli enormi problemi provocati da questa malattia.


E ogni anno riunisce in tutto il mondo malati, familiari e associazioni Alzheimer.



 

Foto © Depositphotos.com

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