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Abbronzatura, istruzioni per l’uso!




Estate. Via il pallore. È tempo di pelle abbronzata e colorata. Tuttavia, per una tintarella sana ci sono alcuni principi da tenere a mente. Perché, se da un lato il sole è alleato della salute, dall’altro, se non si osservano le dovute precauzioni, si trasforma in un nemico, specie per la pelle.


di Stefania Antonietti


È arrivata l’estate, la stagione del sole e dell’abbronzatura. Cresce la voglia di stare fuori e di fare attività all’aria aperta. Che sia dunque in montagna, al mare o in campagna, il denominatore comune è il sole. Indiscutibilmente fonte di benessere per la mente e per il corpo con la sua luce e il suo calore sprigiona energia e migliora l’umore, favorisce il rilassamento muscolare ed è un aiuto per le ossa. Di contro però, se l’esposizione al sole avviene in maniera inadeguata o esagerata, può essere nociva per la pelle. Meglio allora prevenire per non rischiare di fare danni.



COS’È L’ABBRONZATURA?


“L’abbronzatura è un meccanismo di difesa della nostra pelle, che produce uno strato più scuro della sua superficie così da proteggere meglio le cellule che sono in profondità, quelle più sensibili, il cui danneggiamento potrebbe causare eventuali danni al DNA ed essere alla base di formazione di tumori della pelle - spiegano i dermatologi –. Per proteggersi dai raggi al sole, i melanociti avviano quindi la produzione di melanina, il pigmento che conferisce il colorito alla nostra pelle”. In sintesi, esporsi al sole rende l’incarnato più scuro a causa dell’attivazione della melanina.



ECCO PERCHÉ CI ABBRONZIAMO


Gli esperti chiariscono che: “la melanina funziona fisiologicamente come un filtro che, diffondendosi negli strati cutanei superiori, impedisce che i raggi ultravioletti provochino danni alla pelle e, di norma, necessita di qualche giorno per distribuirsi in modo uniforme”. La produzione di melatonina è differente da persona a persona ed è determinata su base ereditaria. In dermatologia sono stati individuati 6 fototipi, cioè 6 tipologie di pelle che hanno differenti reazioni e sensibilità all’esposizione solare. Più il fototipo è basso, maggiori saranno le possibilità di ustionarsi al sole e maggiori anche le precauzioni da prendere prima dell’esposizione.



LA PELLE NON È UGUALE PER TUTTI


Secondo la scala Fitzpatrick (classificazione dermatologica basata sulla risposta cutanea all’esposizione solare), ci sono quindi sei fototipi stabiliti in base a: colore di pelle e capelli, presenza o assenza delle efelidi (le lentiggini) e capacità del singolo individuo di abbronzarsi. Il fototipo I presenta una pelle chiara, capelli rossi e un gran numero di efelidi, si scotta sempre e non si abbronza mai; il fototipo II ha la pelle chiara e capelli biondi, si abbronza poco e si brucia facilmente; il fototipo III ha una pelle chiara o olivastra, tipica delle persone con capelli castani e occhi di colore variabile che si scotta poco e si abbronza sempre; il fototipo IV ha una pelle olivastra o ambrata che si brucia raramente e si abbronza facilmente. C’è poi il fototipo V che ha la pelle scura che raramente si brucia e si abbronza tanto e il fototipo VI che ha la pelle nera e difficilmente si scotta.



I CONSIGLI UNIVERSALI


La strategia migliore per assicurarsi una tintarella senza rischi per la pelle è soprattutto quella di:

  • Scegliere la protezione solare giusta: il fototipo della pelle, il tempo di permanenza al sole, l’età e il clima sono determinanti.

  • Esporsi al sole gradualmente evitando le ore più calde del giorno: tra le 11:00 e le 15:00 il sole è più alto nel cielo e i raggi UV sono più intensi.

  • Proteggere occhi e capelli: gli occhi e il cuoio capelluto possono bruciarsi facilmente, è consigliabile pertanto, indossare degli occhiali da sole e un cappello.

  • Mantenere la pelle idratata: è importante bere molta acqua, la pelle idratata aumenta la sua funzione di barriera protettiva, favorisce il processo di rigenerazione cellulare e aiuta a prevenire l’invecchiamento precoce della pelle.

  • Nutrire la pelle: dopo l’esposizione al sole è consigliabile applicare dei prodotti doposole o delle creme idratanti per il corpo. Obiettivo: calmare e nutrire la pelle, renderla più elastica ed evitare eventuali screpolature.



IL SOLE: UN FATTORE DI RISCHIO


È importante saper dosare l’esposizione al sole perché, se non adeguatamente protetti i raggi UV possono avere effetti nocivi sulla pelle e causare danni a lungo ma anche a breve termine. I raggi UVB, oltre a stimolare la produzione di melanina, quindi l’abbronzatura, sono i diretti responsabili anche delle scottature e degli eritemi solari, mentre gli UVA sono più insidiosi perché penetrano in profondità nella pelle, accelerandone l’invecchiamento quindi rughe, perdita di tono e di elasticità. Con il sole, dunque, non si scherza: le radiazioni UVB e UVA possono inoltre causare alterazioni del nucleo cellulare, danneggiando il DNA, danni invisibili che se si ripetono, a lungo termine possono indurre lo sviluppo di neoplasie.



PROTEZIONI VECCHIE E SCADUTE. MEGLIO NON USARLE


Le protezioni solari una volta aperte non durano per sempre e usarle dopo un determinato periodo potrebbe rivelarsi controproducente e inutile. Indicativamente, una protezione solare aperta può essere usata al massimo per un arco di tempo che varia da 6 a 12 mesi, tuttavia, ogni prodotto a causa della formulazione e delle caratteristiche ha tempi differenti. Per conoscerli è necessario controllare quanto indicato sul Pao, l’indicazione presente su ogni confezione con l’immagine di un barattolo con dentro un numero che corrisponde ai mesi dopo i quali il contenuto è da considerarsi scaduto e quindi non più utilizzabile.



E I CAPELLI?


Anche la chioma va coccolata con una protezione solare delicata per non far diventare i capelli secchi e sbiaditi, evitando così quell’antiestetico effetto paglia. Nell’elenco dei grandi “dimenticati” ci sono anche collo, orecchie e le labbra che possono essere protetti con stick appositi per le zone ultrasensibili come nevi e labbra.



CREMA SOLARE, SII GENEROSO E NON LESINARE


Parola d’ordine: protezione efficace. Ma come possiamo sapere quanto siamo davvero protetti? È qui che entra in gioco l’indice di protezione solare, comunemente noto come SPF (Sun Protection Factor). L’SPF è un numero che indica quanti raggi solari riescono a passare, più alto è il numero e meno raggi passeranno. È importante ricordare che la protezione solare svolge molte attività preventive sulla pelle: oltre, infatti a protegge dai raggi UVA, UVB e IR che provocano scottature, eritemi, invecchiamento e cancro alla pelle, aiuta a prevenire e controllare l’iperpigmentazione cutanea; mantiene la pelle idratata e protetta e contiene antiossidanti che aiutano a proteggerci dallo stress ambientale. Il doposole invece è un prodotto multitasking utile a prendersi cura della pelle dopo essere stata esposta con proprietà idratanti e lenitive, antinfiammatorie e rigeneranti, rinfrescanti e sensoriali. La combinazione di questi due prodotti è sicuramente un asso vincente in termini di prevenzione e cura della pelle.


 

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