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Nastro rosso


È il simbolo della lotta all’AIDS che si ricorda in tutto il mondo il primo dicembre: l’importanza del test e di una terapia precoce

In Italia la Giornata Mondiale contro l’AIDS, promossa da Lila Onlus, è sempre preceduta da una Testing Week. Una settimana durante la quale ricordare e promuovere la consapevolezza sull’HIV: il primo passo nella lotta alla malattia spetta, infatti, sempre al singolo, con la scelta di sottoporsi al test. Una diagnosi precoce è indispensabile per iniziare prima possibile le cure. La comunità scientifica internazionale ha riconosciuto l’efficacia della terapia antiretrovirale per il singolo e come forma di prevenzione e protezione della collettività. Perché chi segue la terapia correttamente e ha una carica virale soppressa da oltre 6 mesi non trasmette sessualmente il virus. Un altro passo importante verso gli obiettivi dell’ONU e dell’ OMS per fermare la malattia entro il 2020/30.

Info: > lila.it

Negli ultimi vent’anni la lotta all’HIV è profondamente mutata insieme alle acquisizioni sul virus e la malattia, che in parte devono ancora essere “metabolizzate” da parte della popolazione. Da qui l’importanza della Giornata mondiale contro l’Aids per la sensibilizzazione sui temi della prevenzione ma anche sulle conquiste della medicina. Se il primo passo per la lotta alla malattia resta sempre il test, in molti ignorano che con una diagnosi precoce e una terapia corretta, l’aspettativa di vita del paziente sia uguale a quella della popolazione generale con 2-3 controlli l’anno in ambulatorio. E, ancora, si fatica ad accettare il ruolo preventivo delle terapie antiretrovirali (TasP). La persona con Hiv in cura, monitorata, con carica virale negativa da oltre sei mesi, non trasmette il virus, anche in assenza di protezione. Il principio sintetizzato nella formula U=U (Undetectable = Untrasmittable) è frutto di studi lunghi e accurati. Il più importante, lo studio “Partner”, è stato pubblicato su “Lancet”. Questo vuol dire che se il 90% delle persone con HIV fosse diagnosticato e il 90% curato e il 90% raggiungesse l’azzeramento della carica virale, la malattia sarebbe sconfitta. Si stima che oggi in Italia le persone con HIV siano 130 mila. Nel 2018 le nuove diagnosi sono scese per la prima volta sotto le 3000 l’anno, dopo essere rimaste ferme per oltre 10 anni intorno alle 3500-4000. L’incidenza è, come in Europa, in calo, ma rimane stabile nella fascia di età tra i 25-29 anni. A preoccupare, inoltre, sono le diagnosi tardive con effetti negativi sulla salute del singolo e l’aumento delle possibilità di contagio. Da qui l’importanza delle campagne di informazione sul test, le terapie e la profilassi pre e post esposizione per accrescere la consapevolezza di tutti.

Foto © Depositphotos.com

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