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L’alcol può attendere


Da quando si inizia a pensare a una gravidanza fino alla fine dell’allattamento l’importanza dell’astensione totale Quando si esegue il primo test di gravidanza spesso sono già passate alcune settimane dal concepimento. Così, quando ci si accorge di stare per diventare mamma, molti organi sono già in piena formazione e, in caso di esposizione ad agenti pericolosi, i danni potrebbero già essere avvenuti. Parte da qui, dall’importanza di prevenire le anomalie congenite, quelle patologie strutturali, funzionali o metaboliche che si determinano durante il concepimento o nella vita in utero durante lo sviluppo dell’embrione e del feto e che interessano il 5% dei nati, la campagna Se aspetti un bambino l’alcol può attendere. Promossa dalla SIGO – Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia – e da AssoBirra, la campagna cerca di sensibilizzare le donne sul consumo di alcol in fase preconcezionale, durante la gravidanza e l’allattamento sfatando luoghi comuni e rispondendo ai dubbi più frequenti. «Anche se oggi, rispetto al passato, il problema delle patologie fetali legate al consumo di alcolici in gravidanza è più conosciuto, siamo consapevoli di quanto sia determinante continuare a diffondere questa informazione a tutte le donne al fine di perseguire l’obiettivo di azzerare il rischio di patologie fetali alcol-correlate nei nuovi nati» spiega Giovanni Scambia, Presidente SIGO. I danni al nascituro causati dall’alcol sono spesso permanenti e si evidenziano durante l’infanzia: poiché non esistono quantità o gradazioni sicure l’invito è chiarissimo e rivolto all’astensione totale anche durante l’allattamento che non trova alcun aiuto, come leggenda popolare vuole, dall’assunzione di birra. Spesso non si pensa possa “arrivare” così facilmente, tanto che il 40% delle gravidanze non è programmato. Dall’altra parte ci sono invece sempre più coppie che devono ricorrere a tecniche di fecondazione assistita. Per tutti il monito è lo stesso: non abbassare la guardia, neppure di fronte a un bicchiere per un brindisi. Sì perché l’alcol può causare danni fin dalle primissime settimane di gestazione e non esistono differenze di tipo o gradazione. Meglio, allora, astenersi dall’alcol anche prima del concepimento e, naturalmente, durante tutta la gravidanza e l’allattamento. Perché non è vero che “mezzo bicchiere fa buon sangue” o che la birra “fa venire” il latte . È invece dimostrato che l’alcol attraversa facilmente la placenta e raggiunge il feto alle stesse concentrazioni della mamma nuocendo alle cellule cerebrali e ai tessuti degli organi in formazione. Falsi miti, consigli utili, tanta informazione sono al centro della campagna Se aspetti un bambino l’alcol può attendere. > seaspettiunbambino.it > sigo.it

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