Un nuovo test per distinguere le infezioni batteriche dalle virali migliorando le terapie 700.000. Tanti sono i casi di infezioni antibiotico-resistenti registrati in Europa nel 2015. Di questi, oltre 33mila sono stati letali: quasi un caso su tre è italiano. «Si tratta di dati allarmanti – spiega Susanna Esposito, Presidente WAidid e Ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia – che impongono all’Italia di intervenire concretamente per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza». Un passo importante è il test MeMed BV™ sviluppato da una start up israeliana con ricercatori internazionali. A rappresentare l’Italia è proprio la Esposito: «Il test interpreta i segnali del sistema immunitario e distingue con una sensibilità superiore al 90% le infezioni batteriche da quelle virali. Questo consente al medico di prescrivere i farmaci in maniera più consapevole, limitando l’uso di antibiotici che si rivela non necessario in oltre il 50% delle prescrizioni». Il test misura le concentrazioni nel sangue di tre proteine (TRIAL, IP-10, proteina C reattiva), che aumentano o diminuiscono in risposta a batteri o virus. Il test opera già con una piattaforma che consente di eseguirlo in 15 minuti e garantisce livelli di precisione uguali a quelli delle grandi piattaforme dei laboratori centralizzati. Si tratta di un dispositivo Point-of-Care (POC), eseguibile vicino al paziente o dove viene fornita l’assistenza. I risultati, pronti in tempi brevi, permettono di individuare in maniera tempestiva la terapia corretta da somministrare al paziente. Il test permette anche di diagnosticare casi in cui l’infezione è localizzata in sedi non facilmente accessibili, può prevenire falsi allarmi e identifica infezioni batteriche aggressive al loro esordio.
Un sostegno per la diagnosi. Un alleato importante per definire una terapia più mirata. Uno strumento prezioso per combattere i batteri resistenti. Si chiama MeMed BV™ il nuovo test che permette di distinguere un’infezione virale da una batterica misurando le concentrazioni nel sangue di tre proteine. Da qui la possibilità, grazie al test, di ricorrere solo se strettamente necessario all’uso di antibiotici. L’obiettivo, dichiarato, è limitare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Il test è stato convalidato da studi condotti in doppio cieco a livello paneuropeo ed è stato di recente approvato per l’uso clinico nella UE, in Svizzera e in Israele dove potrà trovare applicazione non solo nei reparti ospedalieri ma anche nelle strutture di Pronto Soccorso e negli ambulatori.
Foto © Depositphotos.com