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Occhio alla pelle


È l’organo più esteso del nostro corpo: un italiano su quattro, nel corso della vita, soffre di una delle 3000 malattie che possono colpirlo. Dermatite seborroica, eczema e psoriasi sono le condizioni più diffuse e anche l’incidenza dei tumori è in aumento, dal più comune basalioma all’aggressivo melanoma. L’attenzione del singolo, le campagne di screening, gli strumenti diagnostici sempre più precisi e sensibili, le nuove terapie selettive con i farmaci biologici: l’età dell’oro della dermatologia

Intervista a Piergiacomo Calzavara-Pinton

• Presidente SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse

di Luisa Castellini

A rivoluzionare la dermatologia negli ultimi vent’anni è stata, certamente, la ricerca scientifica, che ha portato in dote nuovi strumenti diagnostici e terapie più efficaci. Ma sono stati, e continuano a esserlo, importanti, anche i risultati ottenuti dalle numerose campagne di sensibilizzazione e di screening che hanno portato la dermatologia all’attenzione degli italiani: ben il 25% di noi, infatti, si troverà ad affrontare almeno una volta nella vita una malattia dermatologica e la prontezza nel rivolgersi a uno specialista resta, infatti, il primo e imprescindibile passo. Un passo che in troppi, ancora, non compiono, convinti che alcune condizioni, come la psoriasi o la vitiligine, siano incurabili. Ma non è così come ci spiega Piergiacomo Calzavara-Pinton, presidente SIDeMaST, che ha organizzato l’ultimo congresso mondiale di dermatologia a Milano.

Quanto è cambiata la dermatologia negli ultimi vent’anni?

Moltissimo. Oggi disponiamo di strumenti molto più efficaci come la microscopia confocale, la tomografia ottica e l’epiluminescenza. Abbiamo la possibilità di appurare, ad esempio, se è necessario o meno asportare una neoformazione sospetta, evitando interventi inutili soprattutto in zone sensibili come il viso. E poi le terapie: oggi possiamo curare in modo più efficace molte malattie, dalla più comune dermatite atopica al pericoloso melanoma e condizioni che si pensava non essere trattabili come la vitiligine e l’alopecia androgenetica.

Come agiscono i farmaci biologici?

Oggi si cerca di capire meglio i meccanismi delle malattie. Le nuove terapie bloccano selettivamente i mediatori dell’infiammazione specifici di ogni malattia. A fare da apripista sono stati, vent’anni fa, i farmaci per la psoriasi. Allora eravamo soddisfatti di una riduzione del quadro del 50%: oggi puntiamo a un miglioramento del 90-100%. Anche per la dermatite atopica ci sono molte possibilità terapeutiche: alla ciclosporina si è aggiunto il dupilumab, un anticorpo monoclonale che agisce sulle interleuchine 4 e 13, e di recente altri inibitori con molecole che agiscono sull’infiammazione e sul prurito.

Perché la dermatite atopica è sempre più al centro dell’attenzione?

Si tratta di un difetto della barriera cutanea, che è più permeabile ad alcune sostanze a cui poi ci si allergizza. L’esordio è in età infantile con una regressione nell’adolescenza ma spesso riaffiora in età adulta e negli anziani: è una condizione dinamica perché ha fasi di regressione alternate a fasi di peggioramento, e ha numeri molto elevati perché interessa il 10% della popolazione. Spesso i soggetti hanno una positività alle allergie alimentari ma queste incidono poco sul decorso della malattia nei pazienti adulti. Si tratta di una malattia dermatologica per la quale oggi disponiamo di nuove cure che devono però essere supportate dallo stile di vita con attenzione ai tessuti naturali - ad esclusione della lana - e ampio uso di emollienti.

Perché è sempre essenziale una diagnosi precoce?

Pensiamo alle malattie genetiche. Alcune danno i primi sintomi a livello cutaneo e poi provocano danni irreversibili agli organi interni, come nel caso della malattia di Fabry. Altre sono caratterizzate da manifestazioni cutanee tipiche che solo lo specialista può individuare. Per questo si stanno studiando diagnosi neonatali e terapie sostitutive per bloccarne l’evoluzione prima possibile. Il tempismo è essenziale in tutti i casi, soprattutto con lesioni o neoformazioni sospette. Un linfoma cutaneo, ad esempio, potrebbe essere scambiato per un eczema. Anche le malattie infettive a base batterico-micotica, virale o a trasmissione sessuale - pensiamo al papilloma virus e al condiloma nell’uomo - vanno affrontate senza indugio.

Quali sono i principali tumori della pelle?

Il più aggressivo, in aumento, è il melanoma, la causa più frequente di morte nelle donne più giovani. Un tempo si individuava sempre in stadio avanzato: oggi la diagnosi è migliore e perciò la mortalità è più bassa. A questo risultato hanno contribuito una maggiore consapevolezza delle persone, dei medici e l’evoluzione della dermatologia. Le diagnosi tardive riguardano spesso gli anziani, che non si accorgono o non danno importanza a macchie o lesioni sulla pelle. Tra i tumori non melanoma, il carcinoma basocellulare, che può essere mutilante quando lo si lascia crescere sul viso, e il carcinoma squamocellulare, che può causare anche metastasi. Anche nei casi inoperabili, però, oggi sono disponibili molte nuove terapie.

 

DAL DERMATOLOGO

Quando compaiono neoformazioni, lesioni, bolle, macchie o si osservano cambiamenti nella forma e nel colore dei nevi o qualcuno spicca tra gli altri come un “brutto anatroccolo”. E, ancora, in caso di prurito intenso, zone ruvide o squamose, croste, perdita di capelli o sopracciglia.

CONNECTED

È questo il tema della giornata mondiale dedicata alla psoriasi, che si celebra il 29 ottobre. Si tratta di una malattia infiammatoria cronica che può insorgere a qualsiasi età e interessa quasi il 3% della popolazione. Gomiti, ginocchia e cuoio capelluto sono le zone più colpite dalle tipiche chiazze arrossate coperte da squame biancastre. Oggi sono disponibili, oltre ai classici trattamenti topici con vitamina D o corticosteroidi e alla fototerapia, una serie di nuovi farmaci biologici in grado di migliorare il quadro dei sintomi fino al 90%.

 

Foto © Depositphotos.com

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