Una priorità globale
Lidia Rota Vender
• Specialista in Ematologia
• Presidente di ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus
In Europa, le malattie da trombosi sono la prima causa di morte e di grave invalidità. Colpiscono il doppio dei tumori, ma se riconosciute in tempo possono essere evitate, almeno in un caso su tre. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha richiamato l’attenzione sulla trombosi inserendo, nel 2015, il Trombo Embolismo Venoso (TEV) fra le cause più frequenti di malattia. La trombosi, infatti, può colpire chiunque, a qualsiasi età, in qualunque parte del corpo. Basti pensare che le malattie cardiovascolari nel loro insieme uccidono ogni anno quasi 4 milioni di europei e costano 210 miliardi di euro. Anche se non esiste il “rischio zero”, possiamo ridurre le probabilità di incontrarla. Ecco come.
Cos’è la trombosi? Per quanto molto diffusa e in alcuni casi letale, non tutti sanno in cosa consiste. Con questo termine indichiamo la formazione, all’interno di un vaso sanguigno venoso o arterioso, di un coagulo di sangue o trombo che va a bloccare parzialmente o totalmente il passaggio del sangue, provocando ischemia (nel sistema arterioso) o stasi con conseguente ipossia (nel sistema venoso).
I fattori di rischio possono dividersi in due grandi categorie: non modificabili e modificabili. Nel primo caso rientrano l’età, la familiarità, la presenza di eventi trombotici precedenti e la stabile positività di anticorpi antifosfolipidi. Ma è sulla seconda categoria di fattori di rischio che possiamo attivamente intervenire, limitando il fumo, non usando stupefacenti, tenendo sotto controllo il peso, il diabete e l’ipertensione, evitando terapie ormonali contraccettive o HRT e, soprattutto, facendo movimento. Un’attività fisica abituale e metodica, infatti, può avere un’efficacia addirittura superiore alle terapie farmacologiche nell’insorgenza e nel controllo di 40 malattie, fra le quali rientrano anche infarto del miocardio e ictus cerebrale. E non è un caso che negli ultimi 25 anni si sia registrato un deciso aumento dei nuovi casi di malattie cardiovascolari in Europa proprio mentre i suoi cittadini svolgono poca attività fisica. Le due cose sono strettamente legate. Dunque, non aspettare di andare incontro alla malattia: se la conosci, la puoi evitare. Con scienza e buonsenso, puoi fare molto per vivere “a cuor leggero”.
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