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Tenere il ritmo


Due dita sul polso per ascoltare il cuore Lidia Rota Vender • Specialista in Ematologia • Presidente di ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus > trombosi.org La fibrillazione atriale in Italia colpisce almeno 2 milioni di persone e moltiplica per cinque il rischio di ictus. Questa aritmia, secondo le previsioni, entro il 2050 toccherà 25-30 milioni di europei. Ma se riconosciuta per tempo e adeguatamente trattata non compromette la salute del paziente. A spiegare come sentire il ritmo del cuore, riconoscendone eventuali irregolarità, è lo spot ChYP voluto da ALT Onlus, un progetto che coinvolge le scuole e sensibilizza i più piccoli con un linguaggio immediato fatto di musica e immagini. La fibrillazione atriale è un’alterazione del ritmo del cuore dovuta a varie cause che affligge 2 persone su 100 nel mondo e 6 milioni di pazienti in Europa. È molto frequente dopo i 65 anni e colpisce sia gli uomini che le donne. Spesso ci si accorge di averla quando è troppo tardi. I suoi sintomi – palpitazioni, capogiri, debolezza, mancanza di respiro, affaticamento e, più raramente, sincope e dolore toracico – possono infatti essere facilmente confusi con quelli di altre malattie. E se non riconosciuta può essere molto pericolosa, portando alla formazione di emboli che a loro volta possono essere responsabili di TIA, ictus cerebrali, infarti, ischemie periferiche e arresti cardiaci. Tra le condizioni che predispongono alla fibrillazione atriale ci sono: ipertensione arteriosa, malattia coronarica, malattie delle valvole cardiache, in particolare della mitrale, cardiopatie congenite, scompenso cardiaco congestizio, pericardite e ipertiroidismo. Un metodo strategico per riconoscerla esiste. Basta ascoltare il ritmo del proprio cuore mettendo due dita sul polso: se l’intervallo fra un battito e l’altro cambia, significa che il cuore batte in modo irregolare. Esattamente ciò che spiega ChYP Check Your Pulse: il ritmo del cuore, la campagna per la prevenzione dell’ictus cerebrale da fibrillazione atriale che ALT Onlus ha realizzato in partnership con la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, con la collaborazione di Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, il contributo di Fondazione Cariplo e Fondo Marsigliesi, il patrocinio di Pubblicità Progresso. La diagnosi di fibrillazione atriale è molto semplice, basta un elettrocardiogramma. Il problema è rappresentato però dalla difficoltà di cogliere con certezza l’aritmia quando la durata è breve o in totale mancanza dei sintomi di riferimento. Per tale motivo si utilizzano sistemi di registrazione elettrocardiografica prolungata (di uno o più giorni) o piccoli monitor elettrocardiografici impiantati sottocute. Una volta appurata la presenza della patologia, esiste la possibilità di trattarla con una terapia farmacologica che include farmaci antiaritmici, betabloccanti, calcioantagonisti, anticoagulanti, capaci di mantenere il ritmo cardiaco nella normalità. Foto © Depositphotos.com

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