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Passeggiando tra i Baobab


Esiste un posto nel Madagascar in cui la natura domina incontrastata. Si tratta del Viale dei Baobab, un luogo dal fascino incredibile dove a fare da padrone è un tempio di “giganti verdi” che, con i loro tronchi massicci e i rami irregolari, costeggiano il terreno vermiglio della regione del Menabe (letteralmente “molto rosso”), sulla strada per raggiungere il Parco Nazionale degli Tsingy de Bemaraha. Una terra che offre tramonti infuocati e scene di vita d’altri tempi: villaggi di capanne, carri trainati da zebù, ragazze dalla pelle color ebano che portano in testa recipienti per l’approvvigionamento dell’acqua. Questi alberi sono considerati sacri in molti Paesi africani e il loro taglio è ritenuto un sacrilegio. Le popolazioni del Madagascar li usano come riserva d’acqua durante i periodi di siccità poiché il loro tronco è come una cisterna e può contenerne centinaia o migliaia di litri (un esemplare “anziano” può contenere fino a 120.000 litri d’acqua). Dalla liscia corteccia si ottengono delle fibre impiegate per l’intreccio di cordami e materiali da costruzione, dai semi tostati si ricava un caffè alternativo e olio ad uso alimentare, mentre dalla macerazione della polpa bianca dei frutti (ricca di vitamine C e B1, magnesio e calcio) e delle foglie (ricche di proteine e minerali) – commestibili – delle tisane utili a combattere la malaria. I beniamini sono i celebri Baobab “innamorati”, due esemplari intrecciati che nel loro abbraccio nascondono una romantica leggenda: l’affetto di due giovani di villaggi limitrofi che, ostacolati dalle loro famiglie, che li avevano già promessi ad altri pretendenti, con le loro preghiere per una felicità che non sarebbe mai avvenuta, diedero vita a questi sinuosi arbusti simbolo d’amore eterno. Nel 2007 i Baobab del Viale sono stati dichiarati dal MoEF (The Ministry of Environment & Forests) Monumento Naturale, poiché in pericolo di estinzione a causa del disboscamento e dei violenti cicloni che ogni anno colpiscono la zona.

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