Sono anni che associazioni, fondazioni e ordini dei medici si battono per una giusta cultura della prevenzione e oggi, grazie alle diverse iniziative di sensibilizzazione, l’incidenza è notevolmente diminuita. Resta comunque il secondo tipo di tumore più frequentemente registrato nelle donne e il quinto nel nostro paese.
È il tumore al collo dell’utero. “In Italia questo tipo di carcinoma rappresenta difatti il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età, pari all’1,3% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne con un’incidenza nella fascia di età compresa tra i 35 e i 55 anni”, indica un rapporto dell’Humanitas.
Mentre il Ministero della Salute specifica che “oggi si tratta anche di un tipo di tumore per il quale le terapie sono discretamente efficaci: a 5 anni dalla diagnosi, la sopravvivenza sfiora il 70% ma in caso di diagnosi precoce la percentuale sale e arriva a sfiorare la totalità dei casi”. Ma come cosa vuol dire prevenire? “Sotto la guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, 194 Stati hanno adottato un protocollo comune per diffondere il più possibile gli strumenti di prevenzione – spiegano medici e ricercatori-. Fondamentale è effettuare screening frequenti come HPV-DNA test e pap-test.
Altrettanto raccomandata è la vaccinazione, gratuita sia per i maschi che per le femmine dagli 11 anni di età in poi. Vaccinazione e screening a cui deve unirsi uno stile di vita sano: usare il preservativo, praticare regolarmente attività fisica, adottare una dieta povera di grassi e ricca di frutta e verdura ed evitare il fumo”.
GENNAIO È IL MESE DELLA PREVENZIONE AL TUMORE AL COLLO DELL’UTERO
Ogni anno 600mila donne al mondo sono colpite dal tumore alla cervice uterina e più della metà, circa 340mila, muore, soprattutto nei paesi a basso reddito. Eppure, è l’unico tumore ginecologico che si può prevenire eliminandone la causa. Per sensibilizzare l’importanza della prevenzione, gennaio diventa interamente e internazionalmente “testimone” del tumore al collo dell’utero, un tipo di tumore molto più frequente nella fascia di età compresa tra i 35 e i 50 anni, con circa 3.500 nuovi casi all’anno. Il 99,7% dei carcinomi della cervice uterina è infatti HPV correlato, cioè causato dal Papilloma virus umano, l’infezione a trasmissione sessuale più frequente nel mondo che si può contrastare con la vaccinazione.
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