Sono decenni che la comunità scientifica, avvalendosi di modelli matematici sempre più accurati, descrive come il clima del Pianeta stia cambiando in modo preoccupante e come le responsabilità siano prevalentemente delle attività umane, a cominciare dall’uso massiccio dei combustibili fossili.
“Ne conseguono fenomeni climatici sempre più estremi, frequenti e devastanti. Molte specie tentano di reagire al cambiamento: alcuni uccelli migratori hanno modificato i periodi di arrivo e di partenza, le fioriture anticipano e le specie montane si spingono finché possono in alta quota. Ma tutto questo ha un prezzo”, spiegano gli esperti. E la conferma arriva anche dal WWF con la pubblicazione del Living Planet Report, un documento annuale che fotografa la situazione attuale del nostro Pianeta. “Siamo in codice rosso ma possiamo ancora costruire una società nature-positive”. È quanto emerge dall’ultimo rapporto sullo stato di salute della Terra e dei suoi abitanti. Appare subito l’importante relazione tra clima e natura, un parallelo purtroppo spesso dimenticato. Una doppia emergenza data dal cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità. “Emergenze che devono essere affrontate insieme se si desidera tornare ad avere un Pianeta nature-positive – si legge nel rapporto -. Dal 1970 al 2018 si è verificato un calo medio del 69% nell’abbondanza di specie selvatiche monitorate in tutto il mondo. Ma la più grande minaccia da affrontare saranno i cambiamenti nell’uso del suolo. Occorre quindi un approccio positivo alla natura che arricchisce la biodiversità, immagazzina carbonio, purifica l’acqua e riduce il rischio di pandemie”. In breve, un approccio positivo alla natura migliora la resilienza del nostro pianeta e delle nostre società.
EARTH DAY • GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA
Mobilitare il Pianeta perché “la Terra non aspetta!”. Un grido di allarme che si alza forte soprattutto il 22 aprile, data che celebra la cinquantaduesima Giornata Mondiale della Terra – Earth Day. Nonché l’anniversario della nascita del moderno movimento ambientalista nato nel 1970. L’idea arrivò difatti in quell’anno, quando il senatore americano Gaylord Nelson, ispirandosi alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam riuscì a mobilitare una protesta ambientale a livello nazionale. “Un unico comune denominatore, allora, come adesso: sensibilizzare l’opinione pubblica per proteggere la nostra casa dalla distruzione a cui la costringiamo da secoli”, spiegano gli scienziati. Riconosciuta come la più grande celebrazione laica al mondo, la Giornata Mondiale della Terra è oggi contrassegnata da oltre un miliardo di persone unite per celebrare e promuovere la sua salvaguardia. Un’occasione per porre sotto i riflettori la situazione ecologica del nostro Pianeta e fare il punto della situazione. Ma anche un avvenimento educativo e informativo atto a creare cambiamenti politici globali, nazionali e locali. Il tema di quest’anno è il ripristino degli ecosistemi che include azioni come la riforestazione, il rewilding, la ricostruzione delle infrastrutture naturali e la coral restoration. Perché, come ci ricorda un proverbio dei nativi americani: “non ereditiamo la Terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli”.
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